POESIA: FREDDO FORTE
Che poi in queste notti
Non è che puoi piu’ di tanto dormire
Solo.
Giuliacci ha detto che c’è freddo,
freddo forte,
ma Giuliacci non c’è più in tv
ma il freddo si, quello c’è
e si sente.
E allora mi diverto ad appannare
i vetri di queste finestre da scartavetrare
e ridipingere,
magari di celeste.
Si di celeste,
perché con la casa bianca
ci sta bene,
fa molto Grecia
e in Grecia c’è il mare
in Grecia c’è il sole
e in Grecia fa caldo.
Ma non come qui,
qui c’è freddo forte.
Dicevo dei vetri appannati.
Comincio a scriverci sopra
e ne vien fuori un promemoria di cose che mi ricordi.
La mela al posto del volto in un quadro di Magritte,
L’evidenziatore comprato con i buoni propositi
prima del più importante degli esami,
quello che ti fa sentire soddisfatta e propositiva
prima della solita carrellata di tutti i santi
per la poca voglia di studiare.
Il cambio improvviso della trama di un film di Ozpetek,
La critica più bella per il più brutto dei libri di Fabio Volo,
La frase più contorta di un film di Sorrentino
o di un mio discorso da finto dislessico,
fa uguale
ma non sono Sorrentino,
sia chiaro.
Il gruzzoletto di lenticchie che devi mangiare per forza il 31.
La frase d’effetto di una canzone destinata a far parte di una playlist.
I tre fiori colorati nella bottiglia dell’Amaro del capo.
Rigorosamente finti.
Eternamente belli.
L’attrito del pigiama pulito contro la coperta che sa di ammorbidente.
L’accordo di chitarra che non sai cos’è, ma suona bene.
La risposta “a te” alla domanda “a cosa pensi?”
Il “ben ritrovato” dell’autoparlante all’ingresso del minimarket del Bangla.
Il ciuffo di capelli che esce dal cappellino di lana
in questi giorni in cui c’è freddo,
freddo forte.
L’orgasmo.
Si, l’orgasmo.
Ma non quello legato al punto di arrivo di un comune rapporto sessuale.
Forse mi ricordi anche quello.
Ma non ora.
Ora parlo più che altro dell’orgasmo delle prime tre note dell’assolo di Parsifal.
Parsifal part.2 .
Ovvio.
Si, quelle al minuto 3:44.
Proprio quelle tre note li.
Le parole improvvisamente si trasformano in goccioline
che cominciano a venire giù
trasformando il tutto in un casotto.
E’ ora di andare a letto.
E quindi io mi stringo
al tuo calore
dei miei sogni
con te. – 16/01/2017