POESIA: TRA LE PIEGHE LE PIAGHE
perdonami se non esisto
se le bugie hanno le gambe corte
se le lacrime di un adulto sono indecenti
perdonami se guardo troppa televisione
se ho problemi
se non mi piace neanche un po´
l´andazzo generale
Ma i secondi, i minuti, gli anni che ho vissuto
e che vivrò
sono tutto quello che ho
il cuore che batte è il mio
sono mie le pantofole
qui, sotto al divano
sono mie le lamentele
e le armi, le bombe a mano,
il Kalashnikov
nello sgabuzzino
miei i pugnali, mie le unghie che ti hanno
sfigurato
miei i piedi che hanno scalciato
la tua carcassa
perché i secondi, i minuti, gli anni e
i pensieri che farò
le bocche che bacerò
le mani, gli applausi, gli schiaffi
che prenderò
sono tutto quello che ho
Mia è questa vita che non ti piace
perché non ha senso
mio è il senso
il fegato, la milza, i coglioni
sono i miei
Decidi tu se farti da parte
non ti sto minacciando, né supplicando
non sto parlando con dio
o con il Demonio
Mio padre e mia madre non c´entrano
è una questione delicata
tra noi due
che ci amiamo e ci odiamo
da sempre.
Decidi tu
se ne vale la pena
se il thè era buono
se siamo ancora buoni amici
io ho esaurito gli argomenti
le parole, da sole,
non bastano.
Triste sarebbe scoprire che nemmeno tu
puoi decidere qualcosa
triste ma liberatorio
saremmo compagni di viaggio, pensa
di un viaggio inutile
e bellissimo.
Sarebbe triste come camminare nel parco
della Rua da Gloria
nel centro di Rio
coi barboni, i turisti e quel senso di sporco
Sarebbe triste come il viaggio in treno
da Pesaro a Milano e quella ragazza strana
che cercava i genitori
Triste come il funerale oggi dei giocatori, dei tecnici,
dei giornalisti che seguivano
la Chapecoense
Triste e bellissimo, triste e vitale,
triste e necessario.
Ti tendo ancora la mano, la vedi?
Facciamo la pace?
Andiamo d´accordo almeno per il tempo
che ci rimane?
Poi ognuno prenderà la sua strada:
io sottoterra e tu
nell´alto dei cieli.
– 17/01/2017