Rosaria Buda



POESIA: Con una candela vagavo nelle tenebre.
E tu che ormai avevi rischiarato la tua vita cercavi di interrompere la mia perdizione.
E loro rinchiusi in quel covo tiepido e arso dal camino
non vedevano i miei occhi che spezzavano gli atomi della comprensione.
Il mio cammino era sempre più incerto
e morivo al pensiero che tutto era rivolto a me.
E l’equilibrio che per un attimo avevo sfiorato
mi lascia nelle braccia di chi non ho mai amato.

Mi chiedo se tutto è appena finito o iniziato.

Lasciata sola e intrappolata nel vuoto.
Corro in una pagina bianca… una tana.

Scrivendo parole che rifiutano il compromesso.

Continuai a immaginare le onde
che sovrastano il mare.
Ed io, lontano.
Naufragata altrove.
Sotto una tempesta di occasioni
che dovrò lasciare.
Immersa.
Continuai a vagare
e dentro il mare annegai.
Nessuno mi salvò
e caddi. Scivolai negli abissi delle tenebre.
Fu lì che capii.
Capii che nelle viscere della terra
vi è l’acqua.
Capii meglio.. era melma.

Mentre tutto volgeva al termine
perseguivo le intenzioni
e i sogni disillusi di chi la notte
spera e il giorno muore.
Mentre mi incamminavo sentivo
implodere le emozioni
che provenivano da dove tutto nasce. 
Mentre il tempo scorreva, io,
scattavo istantanee
e le conservavo nei ricordi della mente.
Mentre tutto questo accadeva
tu, ancora
non mi eri presente.
Ed i sogni, le notti, le emozioni
veniamo scartati come carta da regali.
E tu crescevi
e tu volavi.

Il niente.
Che poi il tuo niente per me è tutto.

30/ottobre/2016
Non capivo cosa mi stessero dicendo i
suoi occhi.
Così improvvisai, abbozzai un teatrino di
maschere usate.
E mi disse
che andava bene.
E ora.
Questo silenzio.
Mi interrompe, mi gela il pensiero.
E continuo,
continuo a sentire il profumo dei tuoi occhi.
E vedo il mare,
vedo l’autunno.
Ora che non so più quale bugia dirti
lascio il posto agli altri.

26/11/2016
Ho abitato le stanze oscure del paradiso.
Adesso aleggio lontano, e tra la
vita e la morte scelgo la folla
che mi sopprime.

Ho iniziato a scrivere
per lo stesso motivo
per il quale si pedina la persona amata.
Per paura di aprirsi a quel
mondo fatto di gesti, parole, sguardi…
Troppo lontani a chi impugna una penna.
Ho continuato a scrivere,
perché le parole
risuonano come monosillabi
inadatti alla confusione.
Confusione che solo l’inchiostro sa domare. ______________________________________________________________________________
Note di follia accarezzano la tua pelle
distrutta da tanto odio che è dentro di te
e cresce, come un piccolo uomo dentro il grembo materno. Ma quando tutto verrà fuori avrai paura
di accettarlo.
Piccola notte di strani ricordi,
il mare così distante nelle lunghe giornate di primavera. Tutto si risveglia.
E tu lì, incrociando le lunghe funi da gettare in mare.
E tu lì…
Completi e distruggi,
oscuri e risplendi.
I tuoi pensieri vagano e cercano riposo.
Umana è la tua dote di nascondere la bontà. Divina è la tua voglia di nascondere la malvagità.
Donna. Morta, sei morta nell’istante in cui sei nata. Dormi, lì troverai pace,
nessuno infrangerà le tue membra.
Lì un uomo giace.
Donna. La forza che possiedi sta a un passo dalle tue paure.
Ami ciò che un giorno di ucciderà,
sogni ciò che un giorno sarà un incubo,
speri nell’impossibile e ti aspetti un abbraccio. Niente ricompensa. Donna.
Nessuno sa quanto vali. Sei solo una donna.

8/12/16
Sei nuda nella mia mente
e quando è buio non hai neppure la pelle.
Ti immagino forte
ma so che ad ogni passo cedi.
Così, scelgo ogni giorno di morire
poco alla volta.
Tra sensi di colpa e la voglia di farti male.
Farti soffrire, picchiarti.
E tornare a dormire.

14/11/16
Luna, sei grande e mi ci perdo.
Sento meno freddo.
Vorrei abbracciarti
e chiederti chi t’ha fatto.
Perché tu e le stelle
siete il mio tetto.
Copriti adesso,
che i miracoli non sono per tutti.

– 18/01/2017

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