POESIA: Un acrobata piange
lacrime d’ambra
mentre il tedio del giorno
si oppone al silicio,
poi il silenzio,
che prende posto
allo stormío delle fronde
e alle nenie
di un giardino d’inverno…
L’ignoranza
piange la morte,
I sogni la mente;
tra i borghi di periferia
I vezzi si oppongono
al chiuso stupore,
le maschere si stringono
tra la ragione e il torto;
Il fragore si mescola al pathos,
Il pathos al caldo
giaciglio dei ricordi…
Poi le mura e la fretta,
che sono la fermezza
e la frenesia!
Un dardo si scaglia
sul mosaico dell’idolatria,
i frammenti di perdono
tra la paranoia
e la realtà scurrile
di una storia antica!
Rinascono pudore e passioni,
che sono le tinte fosche
di artisti funamboli.
Il ridere vuoto di assottiglia! – 21/01/2017
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