POESIA: Respirare emozioni da all’attimo dei nostri vissuti l’umanità profonda che ci caratterizza, come l’ossigeno nutre ogni cellula, desideri e sogni alimentano la fiamma più nobile nel nostro cuore, che ogni giorno, ardente di passione al sol pensiero, si aizza. – 26/01/2017
Mese: gennaio 2017
Nadia Marra
POESIA: 25 novembre
Ho freddo.
Si,ho freddo stanotte.
E’ buio,quindi è notte?
No,forse il buio è dentro me.
Forse sono io che non sono più.
Non vedo la luce fuori da me.
Ho freddo dentro il cuore,
eppure sapevo che l’amore è come la luce.
riscalda e protegge.
Sempre.a volte si.
A volte no.
L’anima scossa mi manda tremiti .
È un sussulto ,o forse,un grido soffocato.
Soffoco ,si soffoco un dolore e vorrei gridare.
Ma io non posso gridare,non più .
lui si.
Oh lui ,si,me lo diceva gridando.
Taci.!
E mi soffocava.
Ho freddo.
Tremo,
come un papavero dalla corolla ricurva
Al suo passaggio.
che scalcia troppo forte sul mio stelo ricurvo
e ormai debole.
Eccolo,sento i suoi passi,di nuovo.
No,mi calpesta,i petali ,gli ultimi.
E cadono.
Sono gocce rosse che da me stillano intorno nel prato.
Ho freddo,è buio.
Ora sono una rosa,
una delle tante.
E quella panchina al parco,ora ha il mio nome.
– 26/01/2017
Patrizia Gabrielli
POESIA: Amai cosi tanto e a sproposito,che quando arrivò finalmente un uomo degno del mio amore,non seppi ricambiarlo.
Ho cercato a lungo tracce di amore infondo al mio cuore, ma di esse traccia alcuna.Ricordo però, come un tempo fui stata,da pulsioni rapita,emulo e fingo di esser ancora come allora,quando l’incoscenza mia mi fece sperperare un sentimento tanto raro.
L’amore è dunque sofferenza…e tu perdonami se ti son vicino e piango già . – 26/01/2017
Lucia Gemma
POESIA: LibertÃ
libertà è la linea dell’orizzonte che unisce la terra al cielo,
libertà è la forza che lega la terra al sole e ogni essere vivente alla madre terra
libertà è l’aria e l’acqua pura di cui la vita si nutre,
libertà è il cinguettio dell’uccello, che vola in alto nel cielo e cantando danza con le nubi portate dal vento,
libertà è il pensiero che supera ogni barriera,
libertà è il cordone ombellicale di un bimbo unito alla vita della sua mamma,
libertà è un si pronunciato una volta e che ripeti ogni giorno,
libertà è lo sguardo meravigliato di un bambino, che conservi anche d’ adulto,
libertà è credere e lottare con impegno, anche se si è soli,
libertà è continuare a sperare sempre,contro ogni speranza,
libertà è essere disposti fin’anche a morire,
libertà è il dono di un Uomo inchiodato alla Croce, che sceglie di morire per Amore.
Libertà è Amore e Amore è Libertà !
Libertà ….
Ama, sarai libero!
Lucia Gemma Mt 2017 – 26/01/2017
francesca maria cala’
POESIA: ANGELO IL CANE RANDAGIO
Con passo vacillante
e con il corpo stremato
giungo alla fine dei miei giorni.
Forse stasera morirò
e da sotto questa quercia
con l’ultimo respiro, che mi resta in gola,
vorrei ringraziare il Signore
per il pane che mi ha fatto trovare
nella spazzatura,
per l’acqua che ha fatto scendere dalcielo
per dissetarmi,
per i sacrati delle chiese
dove ho potuto ripararmi.
Sì, Signore,
io sono uno di quelli
uno fra i tanti che non sa
cos’e’ il calore di una cuccia,
il sapore di un osso,
la carezza di un padrone.
Conosco solo
il dolore dei calci sul dorso,
le sassate sulla fronte,
le gomme di quella macchina
che mi hanno spinto nel burrone.
Ricordo, poi
quella mano, grande, pesante,
che ancora cucciolo mi ha
abbandonato nella strada,
dove
vissi tutto il mio calvario.
Ho attraversato monti, boschi e paesi
nessuno mai mi ha tenuto con se’,
nessuno, mai, mi ha dato un nome.
Dalla nascita ho sempre portato il tuo
“Cane”.
Signore,
tante sono le cose che vorrei dirti;
ma…
il cuore ha rallentato il suo battito
e il respiro si affievola sempre più.
Perdonami! E ti supplico:
fa’ che la mano dell’uomo
non abbandoni più
un cucciolo nella strada.
E’ triste vivere da vagabondi,
e’ penoso essere soli,
ed essere soprattutto semplicemente
solo un cane.
Abbracciami almeno tu
in quest’attimo dove l uomo oggi mi ha tolto la vita appendendomi ad un albero.
Perche’?
Perche’ anch’io ti appartengo! – 26/01/2017
Serena Zentilin
POESIA: Risvegli
Nel mentre,
in fondo all’anima
trovo le risposte…
in un turbinio di emozioni
vissute, sofferte e godute
di una intera vita…
lenisce il dolore, il sentore…
Verso un nuovo sentiero,
immerso nel fruscio del vento.
Verso un nuovo sole.
In un silenzio
di pace interiore…
svaniscono anche le parole. – 26/01/2017
Luigi Violano
POESIA: Ti pago pure questa colpa, dio!
Tu chiamalo peccato, uomo giudice,
saccente, illusa botte colma d’ignoranza
e perbenista contraffatto su, chiamalo peccato
quel sentire intimo dell’anima
che rasenta il nodo in gola
e spezza quasi il respiro a metà di noi due.
Chiamalo peccato quell’amore proibito per lei, amata
ch’ogni istante mi sale su piano
per le vie finite della carne mortale
colma di desiderio risvegliandomi
passioni istintive, primordiali grida
di piacere nate da lancette
di tempi atei, irriverenti
e poi s’accasa nel cuore per
possedermi l’essere tutto intero.
Tu chiamalo peccato, Onnipotente, Messia
quel comandamento infranto
sopra un Sinai di frasi fatte e divieti imposti
al sentire dell’umana natura.
Chiamalo peccato, cosa importa!
Giudicami male essere umano, altro, mio simile
e tienilo lontano il mio spirito da Dio
per questa colpa d’oro
che macchia di fiele il mio semplice agire.
Chiamalo peccato il mio sentirla donna,
amore della mente,
il mio gridare in lacrime il suo eletto nome
e non trovare cielo sopra ed oltre il mondo
ch’assolva questi versi cantati in onor suo
vaganti sul sentiero dell’errore.
Condannami Divino Tribunale per questa colpa amara
per cui moristi flagellato in croce,
pena ch’ora mi macchierà a morte la carne
e la coscienza.
E brucerà la pelle questa fiamma
viva in sempiterno, figlia di quel
guardare femminile amato e santo.
Condannami, dai!
Chiamala peccato, sì, chiamala peccato
la voce dell’amore vestito a macchia d’olio
che torna come musica soave
fino alle origini del miocardio
e brilla come sole eletto
sulle celesti corde fragili del mio dire in poesia.
Chiamala peccato, dio, pecca pure con me!
Sporchiamoci di quella colpa
che sboccia dai suoi occhi benedetti
ed i miei contagia, incrociandoli
con sua beata luce.
Pagherei, sì!
Ti pago pure questa colpa, dio!
Lo pagherei quello sguardo di roseo domani
che profuma di pace
e vive in me, acceso come
un’eterna primavera.
Lo pagherei ad ogni prezzo quello sguardo
perché mai nessun mercante, in terra o in cielo,
vende quelle pupille umili ed alte
color di carbon quieto
dopo aver arso fuoco di passione
cullandoci piano sulle sue ginocchia,
donandoci per sonno una diabolica salvezza.
Occhi benedetti, i suoi, impareggiabili creature
che mi ridanno vita
ad ogni loro casuale incrociare
la mia vita.
Pagherei, ma Tu strappa il mio debito
se sei davvero il Redentore che dici.
Sì, ecco, ti pago pure questa colpa, dio.
Ti pago come chiunque, umano,
infranta la Tua Saggia Legge, errando,
ti rende il denaro dovuto per
essere inciampato nell’errore.
Ti pagherei al cielo anche in sovrappiù,
Amore erroneo, umano, sovraumano ma sempre
vivo nelle stanze segrete
della mia povera, carnale concupiscenza.
Ti pagherei, mia vita.
Ti pagherei ancora, sempre, amata dolce,
sposa consacrata nel tempio
su pelle del mio vivere.
Ti pagherei, mia maledetta sete
delle membra che più ci sei
e più rinnovi sete.
Ti pagherei, anche al prezzo
della mia stessa vita. – 26/01/2017
Sergio Figlioli
POESIA: Che cosa c’è oltre quel muro che ferma il tuo sguardo, tra le macerie di giorni sommersi , intorno alle lnee che ti segnano il viso. Che cosa c’è dentro un passato che brucia le vene , accanto al presente alzato a guardare. C’è forse l’inerzia di un immobile corpo? oppure l’inganno di un più vicino traguardo? C’è la tua forza e la tua debolezza, ci sono sorrisi che restano in bocca , c’è quel tramonto lasciato scappare. Sergio Figlioli – 26/01/2017
massimo castelli
POESIA: La mente chiede il sapere
indaga l’Universo
ma non conosce se stesso
La falce miete il frumento.
Tra un bosone e un neutrone
verso l’eterno ruota attorno all’asse
legato a una palla di fuoco
lanciato verso l’Ignoto
ma non è un videogioco !
Un boccale di birra cheta l’arsura
Azzuro Visccc Scrasccc Boom
azzurro e poi un lampo
un sorso ancora
oblio tecnologico,
bevanda fresca
cheta la burrasca
cessa il frastuono
la trebbia batte le spighe,
disperde la pula
fischia sull’olmo un uccello nero
lontano il pensiero annega
oblio nella sera
spunta un fiore bianco
in mezzo alla neve
ed è primavera
– 26/01/2017
Christian Bellagamba
POESIA: Ho pensato il tuo nome per millenni
Riverso in questo pagliaio di aghi
Un tempo il mio cuore disarmava le spine
Oggi non più.
Oggi le spine si portan via il
dolore, la speranza e l’amore
Rimpiazzano la sostanza dei miei
Sogni con fiele stillata
da un’arida realtÃ
Secca come le ossa
Del mio spirito.
Eppure nulla spegne mai del tutto
L’inestinguibile barlume d’umanitÃ
Infiammato dal tuo nome pensato
Perfino a distanze siderali
Il tuo richiamo m’attrae
E ci lega indissolubile.
Su questo filo teso
Riposa la sinfonia dell’universo – 26/01/2017