POESIA: L’imbuto
Sola nell’auto che mi porta
alla consueta fatica della festa
guardo la strada sconnessa,
il traffico lento e sonnecchiante
e penso a quante volte ho pianto
lungo il percorso che aborrivo,
alla rivolta per il tempo rubato,
all’odio per quell’imbuto
che sovente mi è parsa la vita.
Ora che mi hai insegnato
il peso che ha la memoria,
la gioia che s’insinua inaspettata,
che il dolore non dura per sempre,
che posso piangere e ribellarmi
e infine sentire la carezza
che tutto redime lieve,
ora, guardo il mio viaggio,
e mi commuovo per me
e per quelli che intravedo
o fanno con me un pezzo di strada.
Penso alla grazia che mi è toccata
sento il cuore leggero nelle lacrime.
Sorrido e so che nulla mi è tolto,
neanche la disperazione di me
che mi sorprende in certi istanti.
Incommensurabilmente certa,
lieta, leggera, commossa, felice,
mi è stato dato infine molto più
di quel che ho perso.
Dunque osservo e penso:
potessi te che amo,
aver la mia stessa sorte!
– 01/02/2017