POESIA: MADRE NOSTRA TERRA
(A chi vi ha perso la vita, a Norcia che mi donò i natali,
ad Amatrice, ad Arquata del Tronto, a ciascuna
comunità colpita, ai bambini, agli animali e
alle piante che hanno subito i terremoti
dell’estate e dell’autunno 2016)
Più d’un mare in tempesta madre nostra
terra da furie e viscere irrequiete
smuove montagne altere e qui ci prostra
sul suo crepato volto, dalla quiete
tiepida delle case in un istante
vivi ci tumula e un tonfo ripete
sordo il crollo dei cari tetti, ansante
la mano un’altra mano cerca e geme
e implora tra la polvere accecante
oltre il morire un continuare insieme.
Qui, da queste macerie
ancora si alza un cielo
di sublime splendore e nelle arterie
nostre continua a generarsi il cielo
di un azzurro ineffabile.
Il montanaro nel silenzio indomabile
dei faggi a governare
le sue bestie e a svernare
con sussurri e carezze le prepara.
Madre perché, perché ci sei sì cara?
Paolo Ottaviani
– 11/02/2017