POESIA: SCHELETRI
L’ora primigenia e’ stordita,
anestetizzata, assuefatta
a frasi inadatte, vomitate a frammenti,
su pagine e pagine virtuali.
Come paladini della verita’,
riuniamo il nostro vuoto (infanti
indolenti) smarrendo di noi,
il piu’ sacro anelito di amorevolezza.
– Questo per dirti che ti ho cercata
fra le pieghe di giorni incompiuti,
ti ho cercata fra i raggi di soli pallidi,
tra i tavolini di bar indomiti…
Ti ho cercata negli sguardi assassini
di monumenti fotografici,
tra le sfumature di un’attesa.
Ti ho cercata, musa incatenata,
fantasma dagli occhi tristi,
speranza smarrita, sospesa su un ricordo,
dentro un sospiro, in un profumo trasportato
dalla brezza serale -.
La notte illumina la mente
ed il dolore sprigiona gli ultimi fantasmi,
tu rimbalzi come pietre inferocite,
dalla mia anima al cuore e non c’e’ rimedio,
ne’ ambrosia ambrata che possa alleviare
l’assenza che nuda stringe nel freddo
le mie ossa di cera.
L’ora primigenia e’ dispersa,
persa fra pagine e pagine virtuali
di incompiuta coscienza.
Mi chiedo se alla fine di questo giro
di giostra, siamo pronti a riconoscerci…
O vivremo da scheletri per l’eternita’?! – 18/02/2017