POESIA: Qualsiasi cosa fa emozionare la tua anima fallo
Qualsiasi cosa desideri ti fa star bene fallo
Se tutto ciò che ti fa sognare e va incontro la tua felicità fallo
Ogni scelta ogni decisione che pensi e che fai sei tu il padrone della tua anima e la chiave governa del tuo cuore ne nel corpo ne nella mente.
Riflessione personale. – 06/02/2017
Mese: febbraio 2017
claudio cucchiella
POESIA: Termine, il mio paese
Le gocce di pioggia che schizzano sui vetri
della finestra che guarda sul cortile,
lasciano una scia mentre inarrestabili scendono giù,
lentamente, come lacrime verso la terra
che refrattaria le aspetta.
Un freddo quasi pungente sconsiglia l’uscita,
sensazioni di abbandono si respirano nell’aria.
Termine, silenzio di un paese spettrale
interrotto da rari passaggi di trattori,
abbandonato dai suoi prediletti figli
che hanno preferito all’odore delle stalle,
quello meno pungente ma indefinibile delle metropoli.
– 06/02/2017
Angelita Giustolisi
POESIA: La mia terra trema, Il mio cuore trema. Lei ha bisogno di pace, Io di speranza. Non c’è più nulla intorno a me è la paura diventa solitudine, in una terra varcata da mille storie e civiltà. Peccatori per aver amato troppo questa terra. Macerie diventano neve, Neve diventa acqua. Un filo d’erba nel mio giardino e la solitudine diventa speranza. – 06/02/2017
Stefania Pol
POESIA: NEVE
Da stamane nevica!
Morbidi fiocchi gelati
scendono dal cielo,
incappucciato di grigio torpore.
Tutte le cose paiono sepolte
sotto un bianco mantello:
– neve! –
Scendono lentamente,
quei piccoli fiocchi…
Vanno formando un insolito tappeto,
fragile quasi velluto,
dove la gente timorosa
e traballando cammina…
Il paesaggio sa di fiaba,
fermo immobile, pare incantato!
Quei piccoli fiocchetti di neve,
fanno da padroni
anche all’uomo
che preso all’improvviso…
Si incanta…Si arrende,
sotto la minuscola magia
di mille fiocchi di neve.
– 06/02/2017
Stefano Trani
POESIA: Ancora parole.
Parole.
Le parole leggere, quelle pesanti. Parole come sassi, macigni. Parole come farfalle come piume portate dal vento.
Parole scritte parole dette parole sentite parole viste con lo sguardo parole annusate assaggiate toccate sognate.
Le parole disperate quelle ripetute quelle inutili quelle che aspettiamo invano e non arriveranno mai.
Siamo parole e siamo silenzi ma i silenzi anche loro parlano ci dicono di noi degli altri ci raccontano la vita.
Tutto e suono, tutto e silenzio, tutto e presenza, tutto e assenza.
La fine l’inizio gli sguardi, anche loro sono parole dette con gli occhi, sognate ed i sogni stessi sono parole che viaggiano nel tempo nello spazio volano via e ritornano a volte da sole a volte insieme ad altre parole, a volte non ritornano e resta solo il vuoto a parlare di noi.
Anche lui e suono il vuoto il nulla e lì che urla, forte, ci racconta cose che vorremmo sentire ed altre che vorremmo non fossero mai state dette.
Siamo questo, siamo parole, parole nel vento delle nostre emozioni, parole che nutrono l’anima che ci danno la vita ci raccontano cosa siamo, dove andiamo, dipingono le nostre speranze con i suoni a volte udibili con le orecchie ma spesso solo con il cuore.
Parole. – 06/02/2017
Fabrizia Lopilato
POESIA: BUON COMPLEANNO
Il sole e’ un sorriso
Che scende sulle labbra
Le nuvole sono lacrime d’acqua che scendono dal cielo
Buon compleanno alla mia rosa
Buon compleanno al mio sole che splende su di te
La tua anima sono Angeli che ti aiutano a non essere triste.
Arcobaleno, pietra, colori
Sono gioie di melodie che cantano: Buon compleanno a Laura
Un pianto
Una melodia
Un canto
E un ti voglio bene
Buon compleanno mamma da Fabry – 06/02/2017
tamara buscicchio
POESIA: Solitario vento spifferante nel vuoto.
Sibili staccati in crude realtà.
Sorrisi sbiancati in grigie foto,
lacrime propedeutiche a ciò che sarà.
Intime regressioni di lembi temporali,
inerzia, invidia, ambiquità.
Sofisticata smascherazione dei mali,
illusioni, bugie, omertà.
Gli occhi chiusi dinanzi all’orrore,
crolli, urla, disperazione.
Omicida, suicida uomo-attore,
perfido scenario di bellico sudore….
Gente ai vertici che vive il suo reame,
ma qui si muore, si muore…
e all’anima fa male. – 06/02/2017
Federico Ratano
POESIA: Tutto qui è cosi silenzioso.
Stai tranquilla mamma si sta bene.
Mi accorgo quando mi pensi.
Non sento sempre i tuoi pensieri ma sento quando mi cerchi.
Quando ti concentri per chiedermi di muovermi.
Non sono pensieri chiari ma so che è di me che pensi.
Mi piace.
Li riconosco è come un soffio che mi distrae e che mi tiene compagnia.
Chissà come sei bella
Mi piace quando pensi a cose belle.
Tutto qui formicola.
Sento cose che si appiccicano dentro di me, cose che mi fanno crescere e che vengono da te.
Sento che i miei pensieri cambiano giorno per giorno.
Sono le cose che saprò da grande, senza che nessuno me le abbia mai insegnate.
Si appiccica a me la tua vita mamma.
Sono già un po’ te, so di te, di quello che hai vissuto, delle tue esperienze, apprendo dalle sensazioni che provi e quelle che hai provato.
Certo le scorderò, ma nel mio profondo le avrò.
Torneranno solo quando serviranno.
Saprò reagire senza accorgermene.
Saprò comportarmi senza sapere.
Riconoscerò senza conoscere.
Sarò te senza saperlo.
Perché crescere dentro di te è questo, è scambiarsi segreti che solo una di noi due ricorderà.
Tra tutte le persone del mondo solo io e te mamma sappiamo, tu per conoscenza e ricordi io per inconscio.
Solo io e te mamma.
Sappiamo.
Sentiamo.
Le cose che ci siamo appiccicate, prima tu a me, e con molta più fatica in seguito io a te. – 06/02/2017
Simone Franceschetti
POESIA: Tumefatto il volto
Dalla vita stravolto
Distrutto dal nulla
L’esistenza fasulla
Mi levo al mattino
Con fare divino
Mi concedo alla notte
Con aria di morte
Abbandono sereno
La vita nel pieno
Accedo alla vita trista
Con fare d’artista – 06/02/2017
Italo Inglese
POESIA: Un viaggio
Sul sentiero che porta non so dove,
zoppico.
Mi fermo ogni tanto a contemplare il paesaggio.
Qui c’è un bosco che cinge una montagna
(che mi piacerebbe scalare
se avessi ancora l’energia dei miei vent’anni
e, soprattutto, se non fossi appesantito
da una strana stanchezza,
una malattia della psiche che mi prostra).
Il bosco è certo popolato da creature bizzarre.
Più avanti intravedo un lago.
S’incunea tra le montagne
e si allarga poi nella pianura,
silenzioso e immobile.
Procedo,
ed ecco comparire una ragazza.
Ha l’aspetto di una dea dell’Olimpo,
lo sguardo di una donna che ho amato disperatamente.
Quasi la sfioro,
ma ho paura di toccarla.
Riprendo il cammino
caracollando sul selciato sconnesso.
Ora si distende dinanzi ai miei occhi l’ampia pianura.
Il cielo è terso.
Scorgo all’orizzonte una terra rigogliosa
– realtà o miraggio? –
che promette dolci ebbrezze.
Il panorama è punteggiato
di grumi di case variopinte,
frammenti di villaggi che certo ospitano piccoli tesori,
fanciulle ingenue e appassionate,
pomeriggi infiniti nel torpore dell’estate.
Attratto da un profumo di salmastro,
m’incammino su una strada costeggiata da oleandri
che avanzando perde i suoi contorni
e, a un tratto, si dissolve nella sabbia.
C’è una spiaggia rosea nel tramonto,
il mare è calmo e sussurra pigramente.
Guardando queste cose, un giorno,
mi compenetrai nella natura
e pensai di avere il mondo in pugno.
Percorro la riva a piedi nudi,
come una nuvola vagante
giungo su un’aspra landa e triste.
Qui fa freddo, degradano i colori,
angoscia e tedio ammorbano la vita.
Baracche di lamiera danno asilo
a persone senza storia e senza volto.
Mi guardan di traverso,
hanno già espresso
sentenza di condanna
sol perché sono straniero.
Impossibile scappare.
Mi afferrano, reagisco,
ma mi mancano le forze.
Non so perché i miei pugni sono privi di potenza.
Adesso mi hanno fatto prigioniero.
Vengo rinchiuso in una cella oscura
dove a stento riesco a respirare.
Ogni giorno mi danno da mangiare.
Non mi hanno ucciso e, anche se recluso,
sono grato ai miei aguzzini.
Passano gli anni, passano decenni,
perdo il conto dei giorni e memoria d’altri tempi.
La mia pelle è avvizzita,
son diventato
un vecchio debole e sciancato.
D’improvviso odo un boato
e una luce mi percuote.
Per effetto di un evento sovrumano si è squarciato
il muro della mia prigione.
Vacillando esco allo scoperto.
Tutto è cambiato:
il sole ora splende,
l’aria è fragrante.
Intorno a me prati sconfinati
dove api innocue danzano inebriate
e la lepre trova sempre nutrimento.
Un’aura nuova mi accarezza e mi riscalda,
come un balsamo lenisce i miei tormenti.
Intorno a me, serena, scorre un’altra vita.
Rivedo il benevolo sorriso di un amico,
forse persona del mio stesso sangue.
Rivedo una bambina che – ricordo –
divideva con me la sua allegria.
C’è pace intorno a me e, finalmente,
anche nel mio cuore.
Il sogno si dissolve lentamente
e tenero è il commiato.
– 06/02/2017