POESIA: IL PIANOFORTE BLU COBALTO
Senti? Quest’ondeggiare di note vive,
un riaffiorare graduale di emozioni
che le veloci dita rievocano vivide,
prima sepolte nel più basso inconscio.
Scorrere armonico di suoni distinti,
un ripercuotersi incessante di vibrazioni,
provenienti da mondi loro, di corde
che il picchiettare di bianchi e neri tasti
nobilita in danze di altalenanti armonie.
Dunque preparatevi: inizia lo spettacolo!
Applaudite il pianoforte blu cobalto!
Senti? Il suono. Il suono che freme.
Il suono che dolce si posa. Il suono
che non vede l’ora di apparire. Ora è calmo.
È un saliscendi di suoni. Isolati. Costanti.
Son foglie autunnali, cadenti lente dagli alberi.
Sono onde, striscianti calme sul mare.
E similmente a queste, che quando ad un tratto
arriva inaspettato il burrascoso temporale
s’innalzano e si abbassano in schizofrenia
e solo caos invade il mare ora in tempesta,
così d’improvviso una scala di note si acuisce
stacchi improvvisi e riprese repentine
si susseguono così in voraci melodie
tremanti matte acute gravi forti lisce
continua strepita incessante non finisce
lottano a suon di corda eleganti rapsodie
si contendono il posto in quelle sinfonie
finché alla fine, danzante, il suon perisce
e ritorna così. Soave. Delicato. Dolce.
Nota per nota. Suono dopo suono.
Tranquillamente scandito. Sensibilmente
colorito, dal pianoforte blu cobalto.
Senti? – 26/03/2017
Francesco Schiaffini
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