Ammendolea Domenico Sergio

POESIA: “E tu”
Il tono suo, sorpreso e incuriosito,
era di chi non ode mai quella persona.
La frase risuonava a mo’ d’invito:
e il brano di Baglioni ci s’intona.
“E tu” prese a volar nell’aria cheta
di fine giugno. Era la prima volta
che la chiamavo e sì, mi parve lieta
di quell’improvvisata un po’ inconsulta.
Sfumate che poi furon le mie note
parlammo come s’era mai parlato.
Accese d’entusiasmo le mie gote
a bruciapelo formulai un invito.
La principessa accolse la proposta
senza però un bel “sì” incondizionato.
E subito mostrò la capa tosta:
“Solo se c’è il mio vino preferito!”
A cena andarono, ma mesi dopo,
e nel frattempo un fatto era accaduto;
di quelli dolorosi, non un gioco
che il cuor del cavaliere avea subìto.
Parlò alla dama con sinceritÃ
d’un triste accadimento: era finita
la storia che ne aveva, in verità,
terremotato il cuore da poeta.
Passava il tempo ed egli si quietava
pensando sempre più alla principessa
la cui presenza dolce lo garbava,
e l’anima ne rimanea commossa.
Momenti belli si facean di più:
serate insieme, note di chitarra.
Sorrisi e gesti che non sai più tu
dov’è finita, dentro, quella guerra.
Il sentimento cresce nel suo petto
e il cavaliere pensa alla donzella
a spasso, altrove, steso nel suo letto:
perché la di lei anima è ‘sì bella.
Ma come quando casa è incustodita,
e sotto cenere, nel caminetto,
controlli se la brace sia finita,
così devi far pure nel tuo petto;
‘ché se qualcosa t’ha fatto del male,
deluso e tormentato le emozioni,
che il mal riaffiori, credimi, è normale,
e non comprendi più le tue reazioni.
Di nuovo il sangue tuo prende a sgorgare,
così che le urli “Allunga le tue mani!,
Amore mio, non farmi sprofondare!”
Ma son diversi i tempi degli umani.
Non si capiscon dama e cavaliere:
lui sanguina, lei si fa domande.
Ciascun per dolor suo non può vedere
e s’allontanano su opposte sponde.
Ma nulla v’è che accada sol per caso.
Le cose non finite restan dentro
e se non è ancor frantumato un vaso
è perché deve arrivar l’ultimo scontro.
Un nodo stretto deve dipanarsi
e questo, ora lo sai, vuole il suo tempo.
Se di qualcosa lasci i chiodi sparsi
o li raccatti o non daranno scampo.
E quando di ciò ch’era ancor sospeso
non vi son tracce più dentro di te,
d’amore il cuore tuo senti pervaso
per quella donna che adesso non c’è.
Comprendi allor che il fato gioca sporco
e che l’amore si nutre di tempi.
A lei, senza volere, hai fatto torto
e addosso a te vorresti mille lampi
che ti bruciassero per l’accaduto.
Ma è bene – pensi poi – che sia successo,
‘ché forse non è mai tutto perduto:
l’amore, quello vero, è come un sasso.
Così sentivi dir da fanciulletto.
Ed ora che sei uomo, dunque, bada,
ciò che hai sentito non è solo un detto.
E’ lei il tuo amore: non lasciar che vada! – 09/03/2017

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Elisa Cerchierini

POESIA: VIAGGI DI VERSI

Viaggi di versi
versi di un viaggio
chiusi nell’oblio
di una mente di passaggio
in cerca di risposte
a dubbi e perché
dove un traguardo
al termine non c’è.
Eppur non s’arrende
al cuor che comanda
che ogni minuto
indaga e domanda
creando un continuo
girotondo di pensieri
rivolti al domani
ma ancorati a ieri.

Viaggi diversi
ma simili in fondo
ché un nesso rimane
in quel gran girotondo
di giorni e di mete
fra loro distanti
ma a scavare bene
di stesse sorgenti.
Suadenti e sfuggenti
come battiti d’ali
di timide farfalle
a caccia di ideali
che diano un senso
a ciò che pare
ancora irrisolto
ancora da viaggiare.
– 09/03/2017

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MICHELE DELPIANO

POESIA: NEI MITI MATTINI D’ESTATE

Nei miti mattini d’estate
me ne andrò ubriaco di gioia
a scorrazzare tra le bianche tombe,
rincorrerò veloci lucertole
tra piste di brevi epitaffi
nella ghiaia uniforme.
I cipressi perderanno le piccole pigne
intessendo un tappeto d’ombra
sui viali stretti e lineari:
qui, vedrò vecchi sonnecchiare
per i cuori stanchi di preghiere.
Di forti ronzii passeggeri
e di ondate di cinguettii
sarà la voce cimiteriale:
mi donerà quiete
mentre attingo dalla Sorgente
l’acqua della vita eterna.

E me ne andrò fischiettando
allegre filastrocche mai sentite
cantici d’amore ed inni alla pace
a passo lento, quasi saltellando
leggero, come il cuore di un bambino.
– 09/03/2017

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Maria teresa Madau Diaz

POESIA: L’onda della Memoria
Insorge l’eco del tumultuoso mare dei miei ricordi
con solfeggianti nenie bofonchiate da prefiche sirene.
sono sussurranti urli di ricordi miei
persi nel lungo peregrinare dell’onda di memoria.
La spuma di quell’onda
naufraga su lidi sconosciuti avvolti da un almo
mantello di nebbia
per rendere sfocate immagini i miei pensieri
così che la memoria possa agghindarsi ora
con magiche vesti di candito tulle – 09/03/2017

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Sandra Mangolini

POESIA: IL CORAGGIO DI DIRTI “CIAO”

E arriverà pure il momento in cui,
in pace,
ti lascerò andare, papà,
come un tempo feci con lei.
Via dalle mie mani
via dal mio sguardo di bambina.
Rimarrà un vuoto grande
in un immenso amore
ed il conforto di non essere, però, sola…
Ci sarà lei e le sue piccole mani che stringeranno le mie
ed occhi verdi che si incanteranno
nel “vederti” in nuovi cieli. – 09/03/2017

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Adriano Cristofaro

POESIA: Amami come solo tu sai fare perché ad oggi in amore lo sconfitto
Sono io e non c’è nessun’altro a piangere al posto mio
Se vorrai starmi accanto dovrai essere una donna forte e pronta
Ogni tanto a qualche mio silenzio eppure so che ti sorprenderò
Se ti fidassi di me sarebbe bello un’amore senza fine senza tempo senza etÃ
Ripercorreremo insieme quei viali di campagna dove ho molti ricordi
Di un tempo che ormai è andato via sai mi stavo buttando un po’ giù
Ma poi ho deciso che non ne valeva la pena e cosi oggi con un sorriso in più
Di ieri ti chiedo di raggiungermi anche se al momento qui da noi di lavoro ce n’è poco
E i contratti vanno e vengono le tasse fan paura ed il governo dà solo stangate al popolo
Io lo vedo cosi scontento insoddisfatto e a volte anche arrabbiato contro chi poi alla fine
Non lo so ho lasciato questi scenari per dedicarmi ad altro
Non so più se credere in quel che faccio amore mio dammi un consiglio ho bisogno di te
Lo giuro manifestati se puoi in una fermata dell’Autobus o in una cena tra amici
Ricordo ancora quando volevo cantare ma nessuno mi ascoltava ed ero un numero perso in quella folla
Triste e solitario ma oggi ho voluto dire basta a questa anonimitÃ
E posso dire finalmente ciò che mi va lo sai cosa vorrei forse un mondo migliore
O forse una pace che stento a ritrovare tra la gente
– 09/03/2017

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Clara Oliveti

POESIA: ATTIMI

Oggi voglio scrivere qualcosa
di nuovo
adesso ci provo
se non ci riesco
prendo il cappotto ed esco
Ma anche fuori
le solite strade
la solita gente
e il mio cuore è assente
annoiato…
Mi sdraio sul prato
passa un tizio e si ferma
“signora sta male?”
mi prende per mano e mi alza
Gentile – penso – lo guardo
e gli dico “son giù di morale”
e lui “anche io, mia moglie sta male”
e io “mio marito è morto”.
Che allegria
Lo saluto, lo ringrazio
e vado via
Col ricordo dei suoi occhi
verdi e lucidi
sconosciuti ma importanti
in un attimo di questa mia vita
che grazie a piccole emozioni
piccole illusioni
moralmente e fisicamente…
non è ancora finita!
“Tirem Innanz” mi dico in dialetto
poi metto una mano sul petto
e sento il mio cuore che batte
e gli dico “grazie cuore sei tu
il mio amore più grande”.
– 09/03/2017

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Rosalda Schillaci

POESIA: I poeti hanno brutte abitudini.

I poeti hanno brutte abitudini
sacrificano notti,
esaltano i silenzi e la luce,
cadono nei dubbi della vita
tuffandosi da nuvole, compagne di giorni grigi.

Sprofondano in abissi di parole.
Smarriti, si accontentano della solitudine
come di una malattia, da cui non guariranno.
Rincorrono nostalgie,
viaggiano in mondi invisibili.

Quando giungono,
in luoghi traboccanti di promesse,
si distraggono con passeggiate dolciamare.
Poi, quando le gambe non li sostengono,
non riuscendo a rincorrere la vita,
riposano nei tramonti
e aspettano estatiche aurore.

I poeti hanno brutte abitudini,
nelle notti insonni,
attendono solitarie ispirazioni,
e nelle ombre della notte,
festeggiano versi,
volando nei desideri di chi ha paura di sognare,
giocando con le anime
come bambini mai cresciuti.

Sollevano veli, svelano misteri.
Scoprono che la poesia è una brutta abitudine,
da cui non vogliono guarire.

Rosalda Schillaci

– 09/03/2017

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Cristina D’Italia

POESIA: Titolo: Ricordi
Ricordi di tempi passati mi tornano in mente, le bianche distese di sabbia sotto il sole bruciante,onde brevi e spumose batton le sponde, l’odor di salsedine sollevata dal vento sfumando nell’aria sfiorandomi il viso.
Ricordi di monti sontuosi,di prati fioriti,di canti di grilli e cicale gioiose e festanti,di tempi lontani ma sempre presenti.
Ricordi di un piccolo lago color verde cupo da toccar con timore,attorniato da alberi grandi come a volerlo coprire ,il tremar delle foglie sospinte dal vento,una lieve cascata color cristallina scendea da massi bianchi levigati, la voglia di berla tanto era pura .
Ricordi piacevoli mi vengon sovente,poiché in me c’è amore nel cuore e nella mente da non poter scordare i ricordi da sempre. – 09/03/2017

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