POESIA: Giorno del Ringraziamento
Immersi in sacre solitudini,
rintocca l’irrevocabile.
Sono giunti, dunque,
gli Interlocutori, dondolano
come pendole e sono qui,
per me.
Fuori le parole
del pastore, come pietre. Chiedeva
di mettermi in salvo. Aveva
in mano un coro
di uccelli, un mazzo di pioggia, fu l’ultima volta
che lo vidi.
[Sale la nebbia, nasconde le rupi
e le torri di tubi]
Meraviglioso, disse, stringendomi
un braccio, ma l’ansia gli toglieva
il respiro. Come le regole del cielo, imparammo le regole della prigionia.
e adornammo l’esilio
con grazia cimiteriale.
Fui molto malato, allora—
mi fu tolta assenza
di peso, estasi, e il potere
di spalancare porte, senza
essere visto. Tuttavia,
la cena era raffinata, e strana.
Ci guardavamo con compunzione
unici convitati, in una sala di porcellana, deserta.
Annusai una pesca,
quando alzai gli occhi
eri sparito.
– 14/04/2017