POESIA: Sentii la voglia di andare, la voglia di scappare, scoppiare, scoppiare di luce,
una luce così intensa da accecare tutti, tutte le persone rimaste abbagliate dal mio buio,
quel buio in cui ero sprofondata, in cui mi ci ero nascosta,
nascosta così bene da essermi persa, da non ritrovare più il sentiero per tornare indietro,
fino a quando non mi resi conto che non sarei dovuta tornare indietro,
era tutto davanti a me, le risposte, le voci, le mani, erano lontane, ma vicine al punto da sentirle,
le sentivo dentro di me, mi attraevano come una calamita,
e allora avanzavo, il sentiero fatto di ghiaia e siepi spinose diventava di sabbia e contornato di pini,
tutto diventava più luminoso, gli occhi ricominciavano a riflettere la luce del sole,
quel sole che mi ricaricava come fossi una batteria,
ed io ritornavo a sentirmi viva, sentivo il mio respiro più leggero e carico di ossigeno,
sentivo la mia pelle nuovamente sensibile al vento, quel vento che mi accarezzava i capelli come un padre affettuoso,
sentivo i miei piedi raffreddarsi a contatto con l’acqua gelida e limpida tipica del mare di Maggio,
allora un brivido mi risalì dal basso, si diffuse su tutto il corpo, nessun muscolo o nervo rimase illibato,
ogni millimetrica parte di me fu attraversata da una scarica elettrica,
l’elettricità della vita, una vita da ricostruire, una vita distrutta ma pronta per un nuovo inizio, nuovi capitoli, nuove emozioni, nuovi ricordi.
Fu allora che mi sentii di nuovo felice,
felice di essere sopravvissuta,
orgogliosa di aver ritrovato il sentiero nonostante la triste bellezza assuefante del buio, quel buio pulsante rimasto chiuso in un cassetto.
– 16/04/2017
Donatella Vatinno
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