POESIA: Alla donna amata
(quartine con i primi tre versi settenari e il quarto senario, rime secondo lo schema ABAB)
Il dolor nella speme
infinita non trova
successi finchè insieme
ogn’ora si mova.
Se mai tace negli occhi
la più vera scintilla
di nuovo ancor mi tocchi
imo. Sempre brilla.
Ma sicur che non tace
e ad amore disposto
l’animo mio mai in pace
fermo ha risposto.
Battaglia l’animo mio
a una certa vittoria
oppur sbaglio a seguir io
la mia amata storia?
Dorme con me, sepolta
di giorno ove la speme
vive, l’imago tua colta
mentre l’amor teme
quel giorno e l’infelice
addio: piangerà un cuore,
cercherà una cornice
che accetti un attore.
Spesso queste parole
sono in bocca taciute
e pur quanto mi duole
dell’ore vissute
il ricordo, e mi dorrÃ
nel mio tristo futuro
gridarti, com’ei vorrà ,
un amor maturo.
Ah, natura funesta,
tu, all’amor d’un di tanto
stanco, portasti in testa,
nel mio vecchio ammanto
eterna luce e santa
e nova: la ferita,
ch’ancor feroce e cruenta,
compagna di vita,
nel petto dolorosa
s’aperse, una impone:
tu soltanto mia sposa,
di vita ragione.
Se ancor temi, il mio amore
dal piacer non nasce
ma certo ch’ogni cuore
di piacer si pasce.
Io non ho mai sognato
la tua corrotta carne
non reser duro il fiato
quelle vesti indarne.
Ed è nulla ogni parola,
afona la risposta
la fiamma arde da sola
nel cuore riposta.
Ora una donna sola
non può il mio cuor mendace
che nel silenzio invola
i diletti a pace.
Non guardare i colori
di questa mia cecitÃ
se soffro acri dolori
l’altrui felicitÃ
più mi preme, il sorriso
tuo, all’amor mio richiamo,
nè allor nè mai diviso:
cara donna, ti amo.
Al mio cuore dispiace
la si nuova parola
tutte il mio cuore tace
una donna sola
vuole, una sola brama
nella mia notte aprica
vedo chi la veste ama
di mia fiamma antica
Per te nessuna rupe
ch’allieti un facile oblìo,
notti men tristi e cupe
se un’altra al fianco mio…?
Io ti lascio ai posteri
e forse insieme al frutto
del mio cuor; nei vesperi
bui osserverò il lutto. – 18/04/2017