POESIA: Diogene Giallo
Sempre dove sorge il Sole Mi trovo
nel parco magico pochi Gaijin sono
in questo Paese di volpine ancor Dee
ancor nei boschi le Ninfe si bagnano
Loro da Bimbi storie non sentono
di Tartaro Ade e verdi campi Elisi
del motore immobile la nel fondo
o bighe che volano nell’iperuranio
orsu` tutti sentiamo Core trascende
li sassi di Gea trasudano il Sacro
per Questi la Vita infine trasmuta
questo insegnava Pitagora bello
comunque codesto gran quartierone
tristo primato in (omissis) detiene
ogni tanto Qualcuno non c’e’ la fara`
ed il tasto si ricomincia schiaccera`
la in fondo calca di Bimbi festanti
una sorta di gioco devo scoprire
un cuore nel centro di cartone fatto
linee concentriche tutte d’intorno
piu` da lontano piu` grossa moneta
devi lanciare ed il Cuore centrare
bersaglio cogli riprendi l’argento
manchi o sbagli hai gia` perso lo sai
un Fanciullo all’istante Io ridivento
dall’ultima linea una monetona
al turno Mio con grande perizia tiro
ma il compito e’ assai gravoso e sbaglio
la lezione ho subito imparata
rimango festoso li ad osservare
se questo Barbone ne e’ l’inventore
se Lui ha copiato mai Io lo sapro`
ma dato che in fianco ha tanti Cani
Lo chiamo pertanto Diogene Giallo
perche` a resettare mai Lui pensera`
anzi ci sta` in questa valle di lacrime
a fare chi fu` ed e’ Bambino giocare.
– 19/04/2017