POESIA: Un bambino dalle scarpette in cuoio
tentennante
sul vagone cumulo di corpi,
corpi che si riversano
sulla massicciata
tra neve e fanghiglia.
Un bambino dalle scarpette in cuoio
tiene la sua valigia
ben impugnata,
stringendola al suo corpicino esile.
Seguendo la calca,
avanza,
spintonato qua e là,
verso il cimitero.
Ma il bambino dalle scarpette in cuoio
non può saperlo.
Dai suoi centocinque centimetri
non vede che
degli angoli di cielo
– piccoli frammenti –
e la neve,
che cade indiscreta,
va a posarsi sul suo viso
rivolto all’insù,
attenuando la sua curiosità mista a timore
e la sua sete.
Il bambino dalle scarpette in cuoio
è appena inciampato
in un blocco di pietra
ed ha perso la sua scarpetta dalle cuciture visibili,
ora in mano ad una giovane donna
dallo sguardo rivolto alla folla,
che imperterrita
prosegue.
Il bambino dalle scarpette in cuoio
non è potuto tornare indietro,
perché
il bambino dalle scarpette in cuoio
ha avuto
solo
il tempo
(pochi minuti)
per morire.
– 20/04/2017