POESIA: Le Scarpe per salire
E quando avrò le scarpe,
inizierò a camminare,
strade e sentieri,
piazze e lande desolate,
varcherò misere porte,
archi di trionfo,
e passerò oltre:
ponti, fiumi, ghiacci,
cascate, torrenti,
le onde adulte
che solcano gli oceani,
deserti assetati,
città opulente,
e monti e valli.
E occhi, occhi, occhi,
mani, forti, magre,
obese, striscianti,
tristi, esitanti,
pie ed arroganti,
violente e tremanti,
cattive ed imploranti.
Sublime sarÃ
il suono delle suole
sulle pietre,
dei tacchi sugli asfalti,
sulle terre e sui fanghi.
Le mie scarpe
vedranno il sole,
vedranno la pioggia
e le nuvole dense,
arrossate,
dell’oriente.
E le stelle,
la luna,
il vento sottile,
la bufera tremenda,
l’uragano
del vasto Disegno,
e i silenzi.
E quando avrò le scarpe
troverò una donna,
uno spirito di luce
che mi segua,
nutrendosi del miele
di cui sono capace.
In viaggio, lei ed io,
per sempre avanti,
noi, naviganti,
sulle ali
delle mie scarpe!
Quando poi
le scarpe,
saranno consumate,
con le punte aperte
come bocche sorridenti,
inizieremo a salire,
lievi,
o aggravati dal peso
di mille visioni,
non c’è dato sapere,
ma non ci fermeremo.
E troveremo
l’ultima
immensa
scala,
tremando
saliremo ancora,
no,
non ci fermeremo,
busseremo
alla terribile porta.
E Pietro aprirà ,
vedrà le scarpe,
bucate
di fatica,
di errare,
ma non d’orgoglio,
e forse,
non ci caccerà . – 30/05/2017