POESIA: A mio fratello
Non lo stesso utero
– non fu la madre il laccio –
né lo stomaco sazio
di ogni Natale.
Non fu il vento del tempo
che naufragò per la stessa deriva,
non fu neanche il ritrovarsi interi
ognuno sulla propria riva.
Non la diversa tela
intrecciata dallo stesso ragno,
non fu il sangue né la carne,
l’annegare lontani
nello stesso stagno.
Non fu un regalo di più,
una carezza in meno
non fu mai lo stesso treno
a portarci in quel dove
che a ognuno gli spetta.
Non fu la fretta d’esser al mondo,
non è perché sei il mio secondo
o una qualche versione
di me al maschile.
Fu piuttosto lo stesso imbrunire.
La stessa salita
lo stesso affanno
la stessa causa di un diverso danno.
Non la stessa cella,
ma la medesima prigione,
l’anima stanca dello stesso amore.
Non fu la tregua per la contesa
del ripido trono,
fu il tenersi la mano
lungo la strada scoscesa
verso lo stesso identico perdono.
– 31/05/2017