POESIA: Chloe a Venezia.
Rimembri,
Chloe,
Venezia di Maggio
e il divino ladro
che mascherato rubò
a te il viso che non degni
della memoria d’oggi, che
si smarrisce nello sbiadire mesto
del canale antico dal quale
s’affacciavano i tuoi baci?
E quanto ancor c’è del ricordo,
mentre il volto coperto resta,
effigie d’un amore che morde
il tuo collo ignudo e solo, ch’altri
graffi non s’azzarda ad ambire?
Ricordi la reggia ch’erano le membra
tue, perle del pesco che si destreggiavano
nelle danze delle falde di seta?
Il beige della tua danza è l’avorio
della celebrazione di una memoria
smorta e vivace, che si ritrova nella
melodia d’una sera accesa
dalle lacrime del tradimento ardito.
Quell’antro segreto e nascosto,
dove nel buio il ladro ti rapì un bacio,
frutto di una carne succosa, gioia
dell’inavvertito trasporto.
Corri ancora nelle ombre del ricordo,
corri via dalla morsa di una passione
smodata e paurosa.
Il fasto della rimembranza fuori tempo
si perde nell’insano desiderio
di smascherare la porcellana decorata,
assassina furtiva dei tuoi innati
istinti, battenti dalle ferite,
che bollenti t’ispirano una caducitÃ
nota e nuova. – 18/09/2017