Lorenzo Veglia



POESIA: Questo eterno mio farti mia

quest’allagata irrisolta

tensione all’incastro

forse la risposta non è

agli occhi tuoi, socchiusi lì

a pensarsi vivi nella pace

disastrata che segue il boato

ed il crollo.

Eppure pregavi il tepore

mio, mentre l’anima sbiadivi

lasciando integro il peccato

lasciandolo originale

perché la macchia indisturbata divorasse

la rifrazione e il suo sfumarsi.

Ed era la guerra di gelo e fiamma

ed era l’eterna impalpabilità della carne

a squarciare morbida l’asfissia

del coagulo di notte che così

nostro cedeva al primo amarti.

Docile in ascolto sempre

la fuliggine tua ho smembrato

in macerie di brezza

mentre ogni fiore tossiva

inesausto il godimento

di morire reciso.

Struccata dorme ora

nuda quest’assenza

cullata dai miei lividi

che sarai e sei. | sorgente: http://www.google.it/ – 08/01/2018

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