POESIA: PENSIERI DI ICARO
Mentre volavo verso quella luce ammaliante, il grido di mio padre echeggiava tra le mie tempie. Icaro! Icaroooo!!! ICAROOOOO!!!! Ma continuavo a salire senza sosta, Scrutando dall’alto gli altri piccoli come insetti. E quella luce piena d’oro la sentivo così tangibile e forte, così forte da bruciarmi la pelle e le palpebre. Più ne bevevo e più ne volevo.
Poi il buio, gli occhi miei si spensero a causa dell’abbaglio e piano piano mentre precipitavo, il freddo si faceva sempre + avvolgente. E mentre tentavo di planare come un pipistrello stordito, cercavo di riaggrapparmi a quei sentimenti familiari tralasciati dall’egoismo.
Poi un tonfo ha annunciato la mia caduta.
Tutti accorsero, ma nessuno riuscì ad estrarmi da quel baratro terreno, da quella voragine originatasi dal mio impatto al suolo. E quelle ali effimere mi servon ora come conforto, come protezione dal freddo che mi avvolge. Utili a crogiolarmi in quel ricordo di una gloria.. vana – 08/03/2018