POESIA: UN RESPIRO A OGNI COSA
Fra le rovine di una notte arcaica,
fra l’occulto e la terra, le tortuosità scavate
e l’attesa di una profanazione,
mi adagio.
Gocce cadute, slancio di un respiro
in una polla di luna riflessa.
Il tempo si specchia all’indietro
in un’era smarrita.
Persa la sacra guida della giusta stella
cedo il passo ai bendaggi
e sopporto anche un cielo severo.
Non ricordo il sole
per la devozione all’anfratto.
Cullo un dolore giovane
e la sabbia degli anni abbraccia il volo,
con lo slancio di una sola mano
nervosa e stanca di adolescente.
Tocca terra anche il tuo pallore,
si scioglie il vermiglio del belletto nuziale.
Gusci di luce danno un centro ai tuoi occhi,
svanisce il mio limite e mi dissolvo
nella caduta.
Scompaiono come inumati
migliaia di secondi,
secondi a noi stessi.
Tu sei nuda come il vetro
costretta al pudore notturno
mentre io, accecato di stelle,
do un respiro a ogni cosa.
Lamento come graffio,
canto di sirena morente
troppo a lungo rimasta sulla riva.
Sanguina una ferita che non vedo,
mentre coltivo il mio congedo.
Né anni, né altri, né tempo
sul nostro scempio.
– 10/04/2018