POESIA:“Questa non è una poesia, è una lettera …”
Marco e Gloria, questa non è una poesia, è una lettera
ai due italiani seduti accanto a me
sul volo diretto a Londra
che chiedevano come sistemarsi nella City,
a qualcuno come me che aveva vissuto
in Inghilterra per 15 anni
ed era poi tornata alla sua madrepatria.
Quella volta stavo solo andando a Oxford per una vacanza.
Chiacchierammo, seduti gomito a gomito,
consumando tè e snack britannici.
“Dove cercare casa, come cambiare gli euro?
Cosa mangiare e non mangiare? Cosa dire e non dire
per non infastidire gli inglesi?”
Dopo il check-out dei passaporti, ragazzi, vi guardai
scendere con la scala mobile,
tenendovi per mano. Vi giraste
e mi donaste i vostri sorrisi
pieni di speranza e vita.
E vi guardo adesso nel vostro photo-album
su Facebook, a Londra, con l#039;aria di residenti, non turisti.
Uno scatto vi incornicia sullo sfondo
di un palazzo britannico in stile neoclassico,
costruito in pietra d#039;avorio, con alti archi. E, fianco a fianco,
vi vedo in un#039;altra foto mentre reggete due birre lager:
Marco, tu indossi una giacca di pelle nera stile Camden Market,
e tu, Gloria, hai capelli lucidi da poco schiariti.
Gli stessi sorrisi aperti, ora, in qualche senso, enigmatici.
In altre due foto siete seduti
su una panchina alla stazione della metropolitana di Latimer Road
e poi sdraiati sull#039;erba, a Hyde Park,
da poco assunti, con un futuro assicurato davanti.
E vi guardo mentre fisso la pira di fuoco.
Gloria, tu mandi SMS alla tua migliore amica:
“Ricordati di me, sto morendo.”
Marco, tu sei seduto sul pavimento, la faccia nascosta tra i palmi.
Continua ad ardere, ad ardere, ad ardere, quel fuoco,
E vi innalza verso il cielo per sempre
tenendovi per mano.
Questa non è una poesia; è una lettera.
La poesia è nei vostri sorrisi.
Erminia Passannanti Salerno, agosto 2017 – 30/05/2018