POESIA:Specŭla
Resto in attesa, come se spento
e aspetto che passi anche il prossimo vento.
Di cento e più stelle mi porta il lamento,
ignare e già morte nel firmamento
Pulsando all#039;unisono, troppo lontane
intonano canti e prose profane.
Di ognuna si illudono d#039;essere il Sole
e annunciano ai cieli il nuovo bagliore
Se già non c’è luce per questo animale
ma lune di ghiaccio coperte di sale
grido nel buio del nulla abissale
mi inghiotte vorace nel ventre spaziale
Scavando nel centro di ogni suo nucleo
trovo soltanto un cuore già vacuo.
Nessuna attrazione nell’universo,
abbandono il mio corpo, dissolto e disperso
E nella matrice di un buco nero
mi lascio cadere nel vuoto leggero.
Scendendo dall’alto di quest’illusione
inauguro un ciclo di nuova ambizione. – 30/05/2018