POESIA:Panna e sangue
Quando epistassi ed ipossia martirizzano
le vene del mio cuore e
la morte del mio annoiato orgoglio
mi tiene in vita,
la sigaretta mi angustia con una pesante, effimera gelosia:
è tenuta stretta tra le tue dita,
senza essere lasciata andare,
solleticata ed accarezzata dalle tue labbra,
abbracciata dalla loro morbida carne,
mentre io invano aspetto che
il crepuscolo di un costante inverno
si sciolga nell#039;alba di un profumato
mattino di giugno.
Quando spero in un tuo improvviso arrivo,
e sono in preda ad un#039;invernale solitudine,
sento una katana dalla lama gelida
scrivere poesie sui tendini del mio ventre
staccandone i muscoli dall#039;osso
per la violenza della sua passione,
ballare lentamente sulla mia carne,
deturpandola ripetutamente
da destra verso sinistra
e facendo piangere la mia pelle
sinuose stille di rubini
le cui viscose scintille impreziosiscono
le mie ginocchia.
Quando invece diluvia,
e la pioggia sommerge il mio animo
negli abissi di un oceano piangente
assalito da una tempesta di incessanti fulmini,
all#039;irrefrenabile turbamento della mia psiche
rincresce di non essere appagato,
si sente trascurato,
e contro il mio volere,
impedendomi di oppormi,
mi costringe ad illudermi.
Dipingo con la mente
l#039;idea della tua chioma
tra i cremisi cuscini di pizzo
di un nero letto a baldacchino,
e la tua firma
sulle mie scarlatte lenzuola di seta.
Lo voglio come conforto
per l#039;eretismo con cui convivo:
il cuore della mia immaginazione
ha fatto i suoi peccati.
– 18/06/2018