Daniele Ventola



POESIA: IL TOPO: COSA ASPETTIAMO?
Inerti strisciamo
come vermi,
tra la luce
dei fiori
e l’ oscurit�
del fango.
Che cosa aspettiamo?
Or spirito vive
Or anima in pena
Or tempo di sorridere
Or nessun sangue pulsa in vena.
Che cosa aspettiamo?
Se potessi tener conto
d’ ogni better nel mio petto
allora anche il respiro
terrebbe conto del tempo.
Che cosa aspettiamo?
Amaro calice
se fosse la morte
a donarmi la vita,
allor non farmi attendere
un altro momento.
E ritornar a viver
Nel tempo.
A volte cammino
per la piazza,
ma vorrei nuotare negli abissi
come la razza.
Una volta questo pesce
veniva usato
in sacrifici divini
per riequilibrare il fato.
Ora non esiste
più alcun destino,
viver vuoto
è il morir mio.
Mio e nostro.
Poichè non son solo
in questa condizione.
L’ intera razza
ne sente la pressione.
I corpi vuoti
che popolano le strade,
una vita sprecata
ad aspettare l’ estate.
Cosa aspettiamo?
A volte mi sento
così solo in questo
mondo
che stento a credere
sia grande e tondo.
Ci fosse almeno
disperazione in questo
grido,
almeno qualcuno
si fermerebbe a raccogliere
il mio Io
ferito.
Io, chi sono io?
Chi sono io
che vivo di vuoto
e derisione,
all’ angolo di una strada
con del wisky e la più amara canzone
E, come sono finito
in questa condizione?
Madre, padre
dove sono i vostri volti
affettuosi.
Che ne è della
mia innocenza?
Ecco, il wisky è finito.
Parlerò del wisky
o del mio io infinito?
Ombre del passato
riportano alla mente
l’ amabile voce
d’ una fanciulla assente.
nè il suo nome,
nè il suo volto.
Eppure l’ amai
non per gioco.
Dovrei prendere altro wisky
per vederla chiaramente…
Ebbhè, ora lei
non ha importanza.
Protrebbe essere
questa che mi passa accanto,
che manco regala
uno sguardo
a questo corpo
inebriato.
PUTTANA!
Ti costa tanto
ricordarmi che esisto!?
non ti chiedo molto,
guardami il viso!
Ma no, tanto
che importa?
Non sei migliore di me!
Io sono qui e…
non me lo sono
meritato.
CI arrivai tanti anni fa,
quando…
quando…
Ci vorrebbe un altro sorso
di wisky
AH, sì! quando
cercavo la libertà,
poi…
poi..

Poi l’ ho trovata…
in fondo al bicchiere.
E se mi chiedessero se sia
mezzo pieno o mezzo vuoto
gli risponderei: comprami del wisky
e non ci sarà bisogno di chiederlo.
Dopo che il mondo
perse il suo calore
divenni freddo
come il ferro.
La libertà… LA LIBERTA’!
Quanto mi è costato.
Ho costruito una trappola,
ci ho messo un pezzo di formaggio.
E,dopo
è bastato comprarmi un vestito
da topo.
Ora ho il mondo,
vago per le strade,
senza una famiglia
da sfamare.
Nè doveri ,
nè biasimi.
Città, montagne,
ponti, fogne.
Cercavo la libertà!
Ecco perchè me ne sono andato.
Ora sono in cella,
la galera è questo mondo.
Io il cancelliere.
A chiedere la mia sedia elettrica
da bere nel bicchiere,
e pietà,
con cui vestirmi
la notte.
Oggi ho toccato
il fondo.
Odiata Bottiglia!
Io ti lancio!
Io ti rompo!
SCRASH!!!!!!

Mille pezzetti
di vetro,
riflettono i miei
mille pezzetti
di volto.
Dove sono gli occhi?
Oh vetro…
come sei tagliente…
Signore perdono.
Quale Signore? Quale perdono?
Signore perdono.

Questo è
il mio
Sangue.
In pez
zi il ca
lice amaro
Signore perdono.

Cosa
Stavo
Aspettando?

– 16/01/2017

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