POESIA: Al destino con ironia
Per favor non date al destino venia,
che poi potrebbe montarsi la testa,
cingete il vostro capo con la tenia,
e pensate a tutto ciò che poi resta,
se poi il destino vi canta una nenia,
è perché a cambiar lui poi si presta.
Non ci sono suppliche autorevoli,
son tante le prediche ingannevoli,
se volete restar lamentevoli,
lasciate pure il giudizio al destino…
Dal fato non c’è ragion che sostenga,
l’aspra sintesi del caso ch’é pingue,
pur non sapendo quanto convenga,
poichè a nulla valgono le lingue
e tutto quello a cui poi si attenga,
è sempre tradito da melelingue…
Il cercar che sappiamo disperato,
nel convitto d’un fare inuspicato,
è cedere al nostro disinteressato,
languido esercizio della memoria…
L’amor c’è chi dice che non conviene,
ma poi non fa nient’altro che cercarlo
ed alla vista d’una donna sviene!
Io molto modestamente vi parlo,
se d’amor si mente, poi il perdono,
è l’unico fatto che non può sanarlo,
il destino diviene compromesso,
ma se alla sorte poi tutto è ammesso,
purtroppo l’amor viene poi dimesso,
con una strana e chiara riluttanza…
Odiar poi non credo sia d’ammirare,
fato, destino, sorte, non c’è Fortuna!
Tutto questo ci porta a soddisfare,
l’istinto sventurato che non dura,
al menare d’una vita che appare,
d’una pratica ch’è ben più sicura.
Però qui finisce il mio buon consiglio,
sole parole, del senso un appiglio,
c’è parecchio amore in un sol bisbiglio
e quindi affrettatevi a conclamarlo! – 18/01/2017