Andrea Orazi



POESIA: Silenzi

Sono invischiato nella pece,
in essa mi sono arrotolato,
correndo a gambe tese verso il bitume nerastro della mia gioia.
Prendo la rincorsa,
sulla lastra liscia di un’ossidiana affilata,
i miei piedi non hanno più presa,
con un balzo verso l’alto posso agitare le braccia, verso il fumo grigio dei miei pensieri.
Rincorro la scia per ricordare,
ora sono in questo stagno profondo,
in acque dense di fango nero.
Piccoli girini mi circondano,
per trovare riparo tra le pieghe della mia pelle, chiudo i miei occhi,
ora sono invisibile nel profondo.
La pioggia che cade dalle nuvole scure,
mi attraversa ormai evanescente,
siamo della stessa sostanza.
Mi ritrovo in un guscio amniotico,
l’oscurità si manifesta in torpore,
adagiandomi in stati di profondo silenzio.
– 21/01/2017

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