Fausto Prandini



POESIA:
LORO CHE

Che l’ombra é foco, e il divenir sussiste macho,
la tua ricerca, perizia al bacio, il basilar di gaucho Pampas,
viscero ‘dicto, azzer trasceso e caldo ardor.
Dimodi al centro, il cavalcar ferrigno manto,
riunirsi al vegeto, locusto, rapido e sensato, l’inganno losco.
Costello, é mantide che attorno, pietade stesso trepida in affanno.
Sfocar che dietro agevola, e lumina qual via, la teca, il collocar,
é carne pia che cerca, la culla sua benevola, ritorna si fanciulla,
e rotola nell’ulna, preserva Lei bianchissima, la bionda chioma è ludica.
Le perle dentro il verme, si movono che modica, sorridono la logica, e lor sostanza in germe,
anelle senza e statica, piacer la cui presenza, che pelle é morbida,
dolcissima l’essenza, inermi sordi agl’echi, fiorir negl’occhi ciechi.
Onor di lucciole, bagliore dentro al cuore, colore, striature in successione, co’ fosse cenere, precipito di rame, qui dentro a tane,
saper che tenero venir, cotanto al mare, godute brame, tacite ed arcane.
Il dì fluir, propositi e contorni, i giorni corti, ‘refizi inondi, trappole spavalde,
gioir frequente, e molte stille dolci e calde.
I seni spogli è tipica la mente, topica frequente, la fantasia piccante,
laceri strappare, nolenti si d’Amor, maschere da corte, metriche nell’arte.
Brezza che t’invoglia, genera purezza, bilica depressa, mesta lei che foglia,
per Lui che torna, viversi l’abbaglia, l’onda la scompiglia.
Il gusto che Lei stuzzica, é un guizzo puro e magico, ti porta dove attizza,
la fantasia che frizza, denuda stessa, gli Spiriti e le sponde,
che grappoli travolge, gli spasimi contorti, le immagini che avvolte.
E poi si accorge, fantastica la mente, é ciò che sia, la pelle che va via,
l’odore perde il fiore, profumi Amore e Dei, trasportano Colui,
lontan da Lei. – 22/01/2017

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