Ermanno Di Rosa



POESIA: Il nascondiglio

Eravamo minuscoli nella pancia delle mamme,
il calore tocca le guance e dondola.
L’immobilità lì dentro è il miracolo che abbiamo sperimentato.
Solamente il silenzio era divenire.

Poi venne il mondo irruente, con gli ultrasuoni.
Tutto veloce, in movimento, non dondola più nulla, sobbalza.
Così il desiderio di volare in alto, sempre di più,
ma ogni volta che ci provo cado in questo mondo, sempre più giù
e nella polvere rotolo via fino alla baia.

La baia accoglie gentilmente, poi sei un’essere spazzato via col vento,
mi sbatto sulle rocce e poi sui muri.
Divento vento.
Trasporto, vado nelle cime, separo i granelli.
Se mi collasso cado in un bicchiere d’acqua,
mi ci perdo.

Stanco di tutto, parto, riparto, ti saluto, Mamma ciao.
Scatto oltre i tempi e i cieli.
Oltre le cose che si muovono.
Oltre tutto.
Perché qui non sopporto, qui non riesco a sopportare.

Niente si muove nello spazio, a vista d’occhio.
Nulla ha coscienza, anche qui.
Non puoi nasconderti dal mondo
Non puoi nascononderti da te stesso
Non puoi nasconderti.
Non puoi. – 23/01/2017

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