GIOVANNI BATTISTA CCASARETO



POESIA: L’INFERNO DI GIULIO
E’ una sera come tante altre
ma nell’aria c’è qualcosa di strano
di impalpabile
è l’anniversario di una rivoluzione tradita
di una primavera che non venne mai a colorare
le piazze,le vie del colore inebriante della libert�
Devo uscire,incontrare amici
Esco faccio due passi ed ecco l’inizio del mio baratro
della mia vita spezzata
ci sono uomini che mi seguono
sento i loro passi sempre più frenetici avvicinarsi a me
ormai sono vicini , mi bloccano e mi dicono di stare fermo
sono come impietrito, non capisco, non riesco nemmeno a reagire
dicono di essere della polizia
dovrei tirare un sospiro di sollievo, invece ho paura
da queste parti ho sentito storie che mettono il gelo addosso
e la paura mi assale, il terrore mi prende
ho un attimo di razionalità e penso che non ho fatto nulla,
nulla di male, sono solo un giovane cittadino del mondo
che è stato mandato qui a studiare, a portare avanti la sua tesi di dottorato
in un paese in cui fare troppe domande è pericoloso
essere curioso e aperto con tutti significa rischiare grosso
ma io non lo so e spero,sono sicuro di chiarire tutto
Arriva una macchina e mi spingono dentro con forza
qualcuno di loro,mi mette un cappuccio in testa e la macchina parte
parte,e capisco che sta per accadermi qualcosa di terribile
ma io sono Italiano,sono europeo e questo paese ha bisogno di noi
per svilupparsi
e poi non ho il sangue infetto dei fratelli musulmani
ho il sangue italiano di mamma Paola e papà Claudio
ma importerà a qualcuno?
La macchina si ferma, mi fanno scendere e entrare in un luogo chiuso
mi tolgono il cappuccio, mi fanno sedere con le mani legate dietro la schiena
come un criminale
mi lasciano solo,in un silenzio agghiacciante
arrivano alcuni uomini e uno di loro si mette alla scrivania
inizia il primo interrogatorio
io rispondo ad ogni loro domanda ma sembra non bastare mai
e cominciano le botte e il pestaggio
protesto,dico che voglio parlare con l’ambasciatore,con un avvocato,ma loro ridono
e più alzo la voce, più loro pestano
invoco pietà e loro se ne fregano, sembrano belve umane assetate di sangue
mi dicono che se non parlo, non dico loro chi sono e per chi lavoro non vedrò più la luce del sole
sarò un altro desaparecidos di triste memoria
E’ cominciato il mio lungo,interminabile,calvario, un vero e proprio inferno dantesco
il mio inferno
vengo portato in un altro luogo,in un centro di detenzione clandestina, dove ci sono anche altri detenuti, ormai diventate larve umane irriconoscibili
ascolto le grida dei miei compagni di sventura, capisci che stanno usando le scosse elettriche sulle parti intime,perchè le voci strazianti diventano metalliche adesso tocca a me… mi spogliano e cominciano a torturarmi. Urlo, sbraito, invoco Dio, ma loro non si fermano.. continuano imperterriti ad abusare del mio corpo,divenuto un fantoccio nelle loro sudice mani,sporcate dal mio sangue innocente
Dopo giorni e giorni di orrore, capisco che ormai non c’è più speranza, mi stanno per uccidere. Ho ancora un briciolo di lucidità e penso a mia mamma, a mio papà, a mia sorella,alla mia ragazza, ai tanti amici che ho lasciato per il mondo. Penso a loro mentre qualcuno mi da il colpo di grazia e mi uccide.
Giulio Regeni verrà trovato con il corpo straziato e senza vita il 3 febbraio 2016, 8 giorni dopo il suo rapimento, su una polverosa strada nei pressi di Alessandria d’Egitto. La madre lo riconoscerà soltanto dalla punta del suo naso e dirà di aver visto nel cadavere del figlio martoriato, “tutto il male del mondo”. A distanza di un anno, dopo molte nefandezze dette sul ricercatore,dopo molte reticenze,falsità,depistaggi, la verità è ancora tutta da scoprire… Anche se squarci di luce si attestano all’orizzonte…. IL testo qui sopra vuol essere un omaggio alla sapienza, al lavoro instancabile di ricercatore, al coraggio e alla tenacia di un ragazzo cittadino del mondo, i cui sogni sono stati orrendamente spezzati….
GIOVANNI BATTISTA CASARETO
– 27/01/2017

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