stefania giannitti



POESIA: “Sono io”
O mio Dio, quante volte
mentre guardavo la strada inondata dal sole in un caldo pomeriggio d’estate
mentre percorrevo con la mia auto il tratto di strada tra me e la mia stazione di imbarco
mentre un vapore liquido tentava l’impossibile ascesa dall’asfalto rovente verso il blu azzurrino del cielo
Quante volte senza aprire bocca ho espresso nel mio pensiero questa esclamazione.
Non riesco infatti a non stupirmi mai abbastanza di fronte a cotanto spettacolo naturale ,
gratuito e scontato,
che di volta in volta si svela a me che
ho sempre voglia di stupirmi e riempirmi di ammirazione
nonostante stia percorrendo l’ennesimo tentativo di sfuggire ad un destino segnato
assegnatomi dalla sorte.
Se solo avessi avuto il tempo di prepararmi
Che so di abituarmi all’idea….
Ma andiamo per ordine
In principio lavoravo anche con una certa soddisfazione
Un po’ qui un po’ l�
E non riuscivo a comprendere come mai
Sempre per un tempo limitato
Sempre con pochi soldi di retribuzione
Ma da grande ottimista come sono
E lo sono nata
Pensavo sempre
Cambier�
Bisogna solo avere pazienza
Nel frattempo
mi sono sposata, ho avuto dei figli e sostanzialmente sono stata
Mantenuta

Da mio marito che col suo vero lavoro ha sempre provveduto al mio mantenimento ,
al mantenimento dei figli
e al buon funzionamento della casa.
Ma non contenta di ciò
Mi sono separata
Ovviamente, mi sono messa a cercare
Cerca qui cerca là: buddisti, animisti, indù, yoga, meditazione
Ho trovato
Mi sono trovata!
Camminando per strada incontri ogni giorno tante cose.
Esci e lo stupore ti avvolge
E ti svela ogni volta una cosa nuova.
Se la fuliggine ti avvolge ,
si attacca e non ti fa respirare
vai in un posto ventoso
esponiti
allarga le tue braccia e lascia che tutto si compia
Il vento clemente e amico
Ti detergerà la pelle
E i tuoi pori ritroveranno il respiro
Lieve e perfetto
Fatto di mettere e levare
Un ritmo lento, antico
Che a volte rallenta a volte accelera ma sempre nel rispetto
Armonioso
Dell’intero respiro universale.
Se l’armonia del mondo mi toccasse,
ci toccasse,
non ci resterebbe altro che svanire
svaporare come la bruma estiva
con l’unico intento di raggiungere il blu azzurrino che ci sovrasta ogni giorno.
Desiderando soltanto di perdersi in un
Istante di perfezione assoluta
Che per fortuna il suono di un clacson di saluto interrompe
E mi obbliga a rientrare.
Sono io
Sono proprio io
Non più amante
Non più donna o uomo
Non pù…..
Sono io giglio del campo
Quasi niente più mi trascina nel limbo dei desideri
Sono soddisfatta,
forse troppo – non lo so- in quel luogo indefinito dove prima di
un si o
un no
tutto è possibile.
Là dove mi posso immaginare alla guida di una decappottabile nera
O a fare l’amore con un uomo abbagliante
O intenta a tuffarmi in un mare di dobloni d’oro.
Lo stesso stato semi liquido della bruma estiva
Che non sa
Se il caldo sarà abbastanza elevato per permetterle di ricongiungersi al blu azzurrino del cielo
O se sarà costretta
Col tramonto del sole
A ricadere al suolo.
E così il giorno dopo riprendere lo stesso cammino.
Ma io adesso no
Non sono più nel limbo delle possibilit�
Sono in una realtà reale
Dove tutto è come è
E man mano che il presente si manifesta
È il mio presente
E non quello che avrebbe dovuto essere e non è stato.
Non più rimpianti
Quello che ho è esattamente ciò che volevo.
Così e irrilevante
Dire
Che sto viaggiando per raggiungere il mio imbarco come ogni giorno.
Rilevante è tutto ciò che vedo e realizzo che c’è intorno a me in ogni istante.
Rilevando la completezza del tempo in ogni cosa.
Sono arrivata.
Le onde spumeggiano intorno alla barca
Che obbedisce ad esse
Ondeggiando lievemente
E ancora e ancora
Senza opporre resistenza
E andrebbe certamente dietro a chissà quale corrente invisibile
Se non fosse saldamente ormeggiata alla banchina del porto con
Una robusta corda
In cui si distinguono distintamente
Tre trame di intreccio.
La mia non è una barca a motore,
benché un piccolo motore c’è, ma se ne sta sollevato al suo posto.
La mia è una piccola barca di legno
Su cui posso ospitare dai due ad un massimo di quattro passeggeri
Che pagano me
Affinché li possa portare
Lungo la costa rocciosa e frastagliata di una grande insenatura della nostra baia.
Mi pagano perché io possa mostrargli
Scorci di infinito
E bellezze visibili solo da diverse insenature.
– 03/02/2017

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