POESIA: Riemergo a fatica
dal bozzolo di consuetudini vischiose
In cui sono cresciuta,
A stento domino
il vibrare imperfetto delle mie ali troppo corte
Troppo giovani, troppo inadatte
Al turbinio crescente del divenire.
Accolgo questa metamorfosi
Come un inverno precoce,
un rapido intenso dondolare sul ciglio ghiacciato di un’assenza,
un tuono.
Ne verrò a capo un giorno, non temo il mio filo nè la mano impietosa che lenta lo tesse .
Oggi però
In balia di questa danza che accelera e cessa senza avvertire, il mio corpo scomposto e immaturo s’arrende.
Con braccia di seta lascio la presa, affondo, chiudo in un soffio la distanza che gela.
Ascolto.
L’ultima torsione lascia spazio al moto fluido del ricordare.
E dormo.
Smettete di cercare.
◦ – 04/02/2017