POESIA: Anch’io esisto -shoah
Apri una pagina sul passato
e guarda e ascolta:
fievoli voci vengono da laggiù
dalle baracche che li imprigionano
e li rendono schiavi senza speranza.
È un coro unanime che grida sommessamente
la sofferenza e l’impotenza:
“ Oggi o forse domani non vedrò più la luce,
anche se fioca e incapace di illuminare
la mia attesa.
Riesumo, da quell’alito di vita
che ancora mi attraversa,
la forza di convivere con la morte:
è vicina, ne sento il fiato flatulento,
e sono destinato a sparire nel nulla
come gli altri che sono già andati
nel cunicolo del buio eterno.
Aspetto il mio boia e spengo definitivamente
i miei sogni.
In questo campo lascerò la mia vita,
ma non la dignità e l’orgoglio di essere ebreo.
Non dimenticarmi uomo del futuro,
io non ho nessuna colpa,
se non quella di esistere”. – 06/02/2017
Michele Città
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