Donato Riccardi



POESIA: ATTIMO DI SOLITARIO PIACERE
Assopito al naviglio del pensiero sul’eterea barca, mi trasporto tra dolci rovi di petali, sdraiato sul soffice tappeto di germogli di erba al sole, tra il canto degli uccelli e il gracidare delle rane, mentre di tanto in tanto un pesce salta fuori dall’acqua, nuotando. Le nuvole prendono al vento, le tue piacenti forme, tanto che il dolce tepore dei raggi d’oro, richiama il tuo repiro sul mio petto, e posso sentire sprofondare in me le tue calde e umide labbra, e la punta della tua lingua, come il pennello che adesso mi sta scolpendo su questa tela di sublime e innocente desiderio. Duro capezzolo delle tue soffici mammelle, diventa questo dito, che sfiora appena le mie labbra, fino a farmi arrivare nelle tue profondità, come cacciatore che esplora la caverna e vi si perde. Riesco a formulare nelle mie orecchie i lunghi e contorti gemiti, come nastrini colorati, nelle tue parole di fuoco vivo, che marcano e segnano la mia pelle. Il tuo nettare, come frutto maturo, scorre caldo lungo il mio viso, e come fiore, mi immergo beato nel suo odore selvaggio, sotto i colpi spietati e sinceri, del martello sull’ incudine, che forgia il rovente ferro della passione, armatura cocente al corpo. Ed è pioggia, abbondante e fertile di bianco seme, come lava bollente, dal vulcano nel pieno della sua eruzione, che scuote il cielo e la terra, in una tempesta di fumo e cenere; pronuncio ad alta voce il tuo nome, più volte, e m’addormento al suono della tua voce, in un lungo e passionale abbraccio onirico, immerso nell’inchiostro scuro, del più profondo cuore della notte, al luccichio di milioni di stelle che come noi ardono d’amore, e si consumano nell’atto focoso, fino a esplodere nel cielo, e diventare cosi, portatrici di sogni proibiti, cadenti sulla terra. (Donato Riccardi) Agosto 2014 – 07/02/2017

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