POESIA: Non la chiamo patria, ma terra, casa
quella strada che nella lingua bella
si colora d’estate, la sera,
quasi di rosa e di viola.
Domenica che sale alle finestre…
La casa resta tale,
cambia terra e lingua.
In tasca la paura di volare,
di lavorare fino a sera.
Travolto da quel gorgo
che si chiama tempo e mondo,
rigetto il contratto che mi è concesso.
Mi volto verso la voce che chiama,
corro, salto, mi sbraccio
e non mi sono mosso di un passo. – 07/02/2017
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