Andrea Sebastiano Floriani



POESIA: S.O.S
(Mayday)

Oggi é il “Gran” giorno, Mia Cara
Vedi, ci lasciamo in questo preciso
momento,
E non c’é ritorno per noi questa volta,
Ci lasciamo mentre fuori piove ancora a dirotto,
Ed entrambi abbiamo scordato da qualche parte
I nostri rispettivi ombrelli.

Va bene! E sia!
Basta con i penosi addii per noi, finalmente!
Mai più treni, niente più catene
Per te, piccola,
Ma vorrei tenere le mie… Ti spiace?

Aspetta… fammi controllare…
Dov’é il mio biglietto di sola andata?
Non lo trovo da nessuna parte!
L’ho perso… forse lungo la linea,
Forse l’ho scioccamente gettato via
– Dal finestrino opaco sigillato e spesso della carrozza –
Senza farci caso,
Distratto da altre faccende più importanti.
Senza farci “alcun” caso…
Era così piccolo e timido, povero biglietto,
Un mero pezzo di carta dopotutto,
Niente più di questo.

L’ho fatto? Veramente? Quando? Perché?
Non riesco a ricordarlo adesso…
L’ho cercato nella mia mente per trovare
Il momento preciso
In cui ho commesso un tale sbaglio;
Il peggiore di tutti della mia spaventosa esistenza.
Ma non c’è traccia di lui nel mio cervello…
Suppongo l’avrei voluto tenere per…
Per cosa? Dannazione! Per cosa?
Per il desiderio della “tua stessa essenza”
Che potrebbe incorporare nelle sue fibre?
Per che altro, dunque?
Forse per conservarlo… solo per conservarlo,
E poterlo guardare,
Di tanto in tanto.
Solo per sentirlo nella mia mano,
Così liscio ed ancora timido com’era,
Come fosse ancora reale.

Abbiamo fatto tutto quello che abbiamo potuto;
Non é vero, mio dolce “Muletto Abissino”?
Siamo stati insieme per un po’,
Ci siamo amati “di corsa”,
Chiamando da lontano, i nostri rispettivi nomi,
Bevendo il fottuto liquore della vita
Come se il bicchiere dovesse rimanere
Sempre e per sempre colmo.
Lo “era”, infatti… lo era una volta,
Ma abbiamo bevuto troppo, Cara,
Davvero troppo anche per noi,
Ahimè! In un tempo troppo breve,
Come se non dovesse finire mai.
Abbiamo bevuto anche troppi lunghi sorsi
Direttamente dalla bella caraffa di cristallo
Che qualcuno aveva posato sul tavolo, ricordi?
Per pretendere poi di trovarla ancora piena…
Quando più tardi eravamo veramente assetati.

… E la vita ci ha ingoiato poi in un solo boccone,
Quasi fossimo pesci noi e lei una Balena.
E la Balena attraversò il Mare
E poi ancora l’ampio, tempestoso Oceano,
Per sparire alla fine sotto la superficie
E non tornare mai più.

E non c’era più tempo, né volontà, né cuore,
Non più amore, e nemmeno fiato nei polmoni ormai.
La nostre voci erano soffocate, non abbastanza forti…

Per gridare il nostro “S.O.S”
E pretendere che fosse udito…

Asf 2007

(Lunedì 14 maggio 2007, ore 22 in punto.) – 10/02/2017

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