POESIA: NOTTE (agosto 2005)
Pallide prigioniere di scure viandanti
s’affacciano oltre il cielo che rischiara.
Rischiara e contorna di fioca luce
il riparo di chi si abbandona
inconscio dello sgranare delle ore.
Le ansie veloci
si starteranno al dilagar luminoso d’Efebo,
mentre Afrodite, sognante,
s’aggrapperà all’illusione
che l’alba le si ripeta eterna
e il vento imbriglierà i pensieri nel fare
come ghibli che cambia onde alle dune
perché non ricordino la fatica del nomade
e i neri rapaci che attendono.
La luce è grido che squarcia ogni angolo
e chiede ai colori di riconoscere
dignità, rispetto
all’unico respiro
ritmico e pacato ove accolto e amato,
asfittico, cavernoso e annaspante
quando solo ,
cerca aria che appaghi
fino a che la pallida dama
torni a coprire i sogni.
– 15/02/2017
Giulia Alotto
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