Sara Rosati



POESIA: L’IPOMEA
Scanalature cementate, in righe
rotte, dal muschio tra pietre sbeccate,
lambito a giugno dalle poche spighe
verdi, malate,
che nascono lontane da quel campo
biondo; questo sarebbe il muro- a lungo
lo è stato- senza che dirottamente
spandesse il pianto,
l’ipomea, d’ombra fresca e di blu intenso.
Ora i viticci costringono il giorno
in crune d’ago, e in un languore immenso
fanno ritorno
sempre più presto i colori serali
del sonno, per spodestare il sole.
È confuso ormai il cielo coi boccali
azzurri, e reale
blu dal falso non è dato sapere,
eppure il muro, rapito, resiste:
ascolta, pago, l’ipomea parlare
di ciò che esiste. – 17/02/2017

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