Giulia Oberholtzer



POESIA: A NONNO GIULIANO

A Nonno Giuliano
Per dirgli che l’amo
Sei il nonno più fico,
a gran voce lo dico!

Ormai sei allettato
ed è ingiusto, insensato
Sul bordo del letto rivango il passato…

Non rispettavi gli orari
ma avevi gli orsi polari
Una storia di orsi fratelli,
e a me bastavano quelli.
In testa sempre un cappello
mentre guidavi la macchina-cammello.
Al tuo fianco un Setter rosso,
che amavamo a più non posso.
Ore e ore a girare in campagna
Come dicevi? “Guai a chi si lagna!”
Da Umbertide, a Santa
Misurare con i laser per tutti gli anni novanta.
E quella volta di Ponza?
Te lo ricordi o era una sbronza?

…Con quei capelli neri
che avvolgevano i pensieri
Alto come una montagna
adoravi il pan di spagna
Da li sù sul tuo groppone,
mi sentivo un aquilone
con le mani piccolette
acciuffavo gioia a fette,
poi a casa zitte zitte
a mangiar pizzette fritte.

Ricordo, li fuori in terrazzo
A lavorare come un pazzo
Nella tua baracchetta,
così caotica, così perfetta.
Regno di polvere e progetti
che andavano sempre rivisti e corretti,
e poi il plotter coi pennini…
quanto erano carini!

Vogliamo parlar delle canzoni?
C’erano i bimbi e gli zamponi
gli zampi, gli zampini e gli zampetti
ed i famosi bamboccetti
che con tutte le fontanelle
assetavano le belle.

Nonnino nonnetto
Che stai dentro al letto
Ti porto un dolcetto…
Si lo so, è un po’ pochetto

Tutto il mar non basterebbe
per quel che mi piacerebbe
il cielo non è abbastanza
per mio nonno nella stanza.

Un grande patriarca
con la truppa e la sua barca
ci hai insegnato a remare,
a gioire ad amare

Guarda bene nonnino
che son qui vicino
tengo stretta la mano
non ti lascio lontano.
Un bacio con lo schiocco
al nostro nonno ranocchio.
– 28/02/2017

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