Gianfranco Domizi



POESIA: IL 29 B di NESSUN “A” *

* Mi ha fatto sempre sorridere che a Bologna esista il 29 B, ma non esistano, almeno attualmente, il 29 o il 29 A. Dal ripetuto cazzeggio sull’argomento con mio figlio, è nata questa poesia

Il 29 B di nessun “A”
traversa piano il centro di Bologna,
qualcuno aspetta il bus e intanto sogna,
qualcuno forse a lungo aspetterà.

Io guido questo mezzo ch’è deserto,
succede sempre all’ora della cena,
qualcosa che somiglia ad una pena
mi chiede di guardare il mare aperto.

Sterzando dolcemente per i viali
è il 29 stesso che mi porta:
via Murri ed a sinistra via degli Orti,
chissà cosa succede per l’Emilia.

Non m’appartiene più la mia famiglia
racchiusa nel suo attico del centro,
ma vivo senza emettere un lamento,
mi sono liberato dei normali.

E guido in piena luce verso Ozzano,
la libertà diventa come un vizio,
non sono stato mai “Fuori Servizio”,
ad Imola mi fermo a far metano.

“Quest’auto dove va?, non l’ho mai visto”, “Si ferma al sexy shop, poi corre al mare”.
Ma che bizzarro autista … si può fare,
è forse come noi un povero cristo.

S’appresta un prete nero con la Bibbia,
un vecchio raggrinzito col bastone,
un cinquantenne fa il simpaticone,
la tipa con le borchie e con la fibbia,

tre giovani che fanno i militari,
un gruppo di ragazze e di ragazzi:
“Andiamocene a Rimini e sticazzi”,
ricordano mio figlio, come tutti.

Poi zingare e due Slavi farabutti,
l’Italia è terra adatta agli sconfitti,
magari sono solo un poco dritti,
e fanno i muratori e i manovali.

L’accavallar di cosce adolescenti
distrae la mia attenzione dalla strada,
c’è una che ricorda l’Incontrada,
in fondo sto guardando lo specchietto.

Ma abbrevio questa forma di diletto,
mi sento tutto il peso dell’età,
è giusto che mi tratti da papà,
son solamente loro gli anni venti.

Si supera Faenza in un baleno,
qualcuno tira fuori anche del vino:
“Amico guidatore, vuoi un panino?”,
qualcuno se la ride e fa lo scemo.

Adesso la lettura della mano,
che gruppo di coglioni e di spostati!,
però si sente il vento dell’Estate,
va ancora il 29 più lontano.

S’arriva sulla spiaggia a mezzanotte,
qualcuno sulla riva si rincorre,
c’è chi si apparta presto a far l’amore,
si stirano gli Slavi l’ossa rotte.

Il sonno troverà tutti leggeri,
è il mare e una ventata di follia,
domani arriverà la Polizia,
o come per Pinocchio i Brigadieri.

Però staremo meglio, se c’è un Dio:
“E’ solo colpa mia”, con un sorriso.
Un giovane mi guarda serio e fisso,
mi dice: “Non sei solo, vengo anch’io”.

Domani è un altro giorno e non ritorno,
ho forse ritrovato anche mio figlio,
lo guardo e già con poco gli somiglio,
è giovane, essenziale, disadorno.

E’ questa una ballata un po’ così,
o forse è una cazzata, tutto qua.
Però qualcuno si ricorder
del 29 A di nessun B.

– 08/03/2017

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