Salvatore Calabrò



POESIA: 27 gennaio,
giorno della memoria

Oggi 27 gennaio 2017 ho trovato un mare
calmo sotto un leggero vento che spingeva
le nuvole lasciando spazio ai raggi
di un sole splendente come raro
d’inverno. A volte succede, ma oggi
è giorno della memoria per non
dimenticare l’orrore dei lager nazisti
che avevano precluso la strada all’amore
affossando i diritti dell’uomo.
Ho guardato il mare, ho guardato
il sole chiudendo gli occhi a tanto
splendore. Ho visto davanti a me figure
in movimento, bianche in volto,
con la testa rasata e un vestito a strisce
bianche e scure. Avevano gli occhi
con lo sguardo fisso lontano. Ho guardato
il biancore pallido del volto di quelle
figure, parevano anime segnate
dalla sofferenza della vita terrena.
Con voce calma dicevano: “Ci avevano
ridotti come larve, avevamo perso
il gusto dei sensi, i nostri occhi vedevano
l’acre fumo dei forni crematori, le nostre
mani erano fredde e magre, le nostre
labbra asciutte e cianotiche, le ossa
spingevano la pelle. Tu ci stai guardando,
odi il rumore del mare, vedi i colori,
senti l’odore della salsedine, noi eravamo
ridotti a larve umane, avevano ucciso
i nostri sensi per far morire la carne
e lo spirito. Viaggiamo nello spazio
e nel tempo per apparire agli uomini
di ogni epoca perché non si dimentichi
l’orrore delle ideologie di morte
e la porta dell’amore sia sempre aperta.

– 20/03/2017

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