Gabriele PECE



POESIA: Sconforto

In primavera
in un prato fiorito
anonimo figlio del mondo
giacevi li
nell’auto di papà

Eri raccolto
in posizione fetale
quasi ad invocare
il grembo
di tua madre

La “pera” ancora in vena
tra rivoli di sangue grumito
nel braccio scopriva
Il macabro rito
“la droga”

Nelle labbra
esangui
un ghigno atroce
scolpiva l’ultimo
sussulto di vita

Nel volto deturpato
l’adolescenza svanita
parlava di te
dei tuoi anni verdi
dei tuoi silenzi
del dramma del mondo
per il trionfo
dell’indifferenza umana!
– 30/03/2017

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