Mario De Crescenzo

POESIA: MASSACRO A SABRA E CHATILA

Grazie,Beirut, per la fresca brezza della notte
che lieve carezza i nostri corpi straziati
fusi nel sangue,spersi nella polvere;
questi sassi sventrati è per sempre la terra
che nessuno ci toglie,per sempre ci riposa.

Suolo dei nostri padri, che sospiri d’aromi,
che sotto il cielo terso doni alle nostre donne
lo sguardo fiero e dolce di compagne,
quest’attimo di morte nel terrore
non t’abbiamo scordato.

Ci hanno afferrato come agnelli di Sion
sgozzati a mucchi per la Grande Festa di Pesah,
non volevamo capire, non volevamo piangere,
ma quando il rullo dei bagliori di tuono
ci lacerava la carne ad uno ad uno
ci squassava di più il rimbombo dei lamenti.

Ondulate colline lontane su Caiffa
dove l’eco dei morti ora giunge smorzato,
come ho sempre sognato di tornare a vedere
quei boschi di ulivi che narravano i padri,
volevo vedere quel verde dal mare !

Quando sono caduto ho coperto mia madre
e il suo tepore mi ha bruciato la pelle,
non ho pensato a Allah, non l’ho stramaledetto,
ma solo ho pregato senza potere parlare
che cessasse quel pianto sfrenato di bimbo
che lì, a due passi, non riuscivo a vedere.

Era notte stellata e profumo di mare,
non avremmo più avuto né amori o canzoni
e oramai non sapevo, né avrei più saputo
che significa arare sotto il sole d’autunno
insieme a fratelli sorridere e sperare.

Con gli occhi già chiusi, senza potere amare
le belve vili e impuni a cui il furore
della vendetta inorgogliva il cuore,
ho sentito in un fremito – solo allora ho capito –
la nostra storia come impasto di sangue
marcito nel fango di lacrime scempie,
di un dolore lontano angoscioso e blasfemo.

Fratelli beduini, anime di petrolio,
e voi ominidi tutti, che aspettate domani
per vomitare sul mondo vecchie chiacchiere d’orrore,
noi qui lasciati soli e disperati
inermi nel macello, senza odio
nello stupore terreo della morte
vi urliamo in volto il nostro ultimo grido :
LASCIATE I CORPI APPASSIRE NELLA PACE,
I NECROLOGI SCRIVETELI PER VOI.

Ma la brezza odorosa di Beirut
frizza nell’aria densa degli spari,
sento la carne sciogliersi nel vuoto
sento la terra sotto il corpo aprirsi
a un’ultima carezza, unica vera.

– 18/03/2017

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GIULIA CALFAPIETRO

POESIA: L’OTTAVA NOTA

DOndola ancora il cuore sulla vecchia altalena del giardino
REsta a guardare, a lungo, il giorno che si spegne.
MIrto e salvia riempiono la sera
FA davvero fatica l’anima a riposare.
SOLo il ricordo di ciò che si è vissuto
LAscia sperare che se la solitudine
SI affaccerà curiosa a quella porta
l’ottava nota, col suo canto lieve,
la inviterà a continuare il viaggio.
– 18/03/2017

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giovanni paolicelli

POESIA: Quel dì io fui…

Quel dì io fui….
così distante ai giorni bui
infante ancor e già sognante,
vedei fuggir quel breve istante.
Avei nell’occhi, lo sguardo attento
a ciò che oggi conservo a stento.
Com’era bello quel prato in fiore
el mio sognar già per l’amore..
prima che in cor malinconia
portasse un bivio a vita mia.
Quel dì io fui … così piccino
aveo ancor qualcun vicino
che di nascosto e piano piano
tenea a caldo una mia mano;
tenea acceso un mio sorriso
mi dava acconto di ..Paradiso
Com’era grande il ciel celeste
seguivo il mondo e la sua veste
come pulcino o paperella
seguivo in scia quella mia stella…
or son ricordi e giorni persi
appena scritti in pochi versi
…quel dì io fui accanto a lei
così distante ai giorni miei!
Scorre il fiume, scorre avanti
or che miei giorni son quasi…tanti
osservo in cielo il firmamento
nessuna stella mi fa contento.
Va sempre là il mio pensiero
a chi da un po’ …è al cimitero.!

Gianni Paolicelli 8 marzo 2017
( alla ….donna vera della mia vita ) – 18/03/2017

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Gabriele Ara

POESIA: Noi calpestammo
i giorni della gioia,
come , ragazzi,
calpestavamo le aiuole,
correndo dietro
a una palla di pezza,
incuranti di primule e viole.
Noi raccogliemmo
i giorni della gioia,
come boccioli
recisi di rosa,
ignari come fummo
del profumo
del fiore maturo
e dell’intensitÃ
del suo colore.
Noi devastammo
i giorni della gioia
per noia o leggerezza,
come, bambini,
rompemmo giocattoli nuovi
e senza riuscire
a capirne il riflesso dell’ anima
e senza comprenderne il cuore – 18/03/2017

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Nicolo’ Pisani

POESIA: Ricordo ancora il tuo ultimo sguardo.
Vivo per sempre nella mia mente, i tuoi begli occhi color nocciola, profondi.
Tu l’avevi capito che quella era l’ultima volta che mi avresti potuto guardare: io, invece, no.
Ed ho pianto il giorno dopo sul tuo corpo inerme.
Addio papà. – 18/03/2017

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Chiara Taormina

POESIA: Sei tu che amo
oltre le parole
eterne nel silenzio
nella notte
che fa tacere
ogni sibilo.
In questo presente
che parla al cuore
sulla strada del vento
il soffitto ha stelle
d’avorio
che incoronano
il ridente orizzonte
d’aurora
Sei tu che invoco
tra sospiri
e sussulti d’anima
avvinghiata ai dolci
amplessi della sera
quando le braccia
cingono i pensieri
prima che l’oscuritÃ
circondi noi due
amanti per sempre. – 18/03/2017

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Cristina Majorana

POESIA: “I silenzi narranti”
Racconto di ricordi presenti,
in armonia sosoesa,
di silenzi narranti,
di comoagnis fedele
solitudine che si indossa,
cammini e respiri l’oggi,
lo bevi,pensando in un lampo
ad atmosfere gia’ viste,
lo sgusrdi si posa
sul “bello”
dive respiri soazi piu larghi,
e ti trovo li’,nello stesso angolo
Senza farci sentire. – 18/03/2017

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Eleonora Avino

POESIA: COME FUOCO

È tutto li, tra l’esofago e lo stomaco,
Una mano e mezzo di lunghezza in cui è finita ogni cosa.
E la notte la senti pulsare così forte,qualsiasi cosa essa sia, da far male fino alle gambe.
È una bocca, un muso, un lupo oppure un serpente , sbrana e ingoia ogni cosa.

Non è un cuore.

È uno spazio vuoto,
È un universo dentro un buco nero con dentro tutto.
È una gabbia dentro una gabbia che ha dentro una gabbia e poi il niente.
Niente fatto di sangue di pensieri e paure.
Niente che si possa vedere o toccare,
si può solo sentire mentre cerca di uscire sfondando le costole,paralizzandomi al letto.
– 18/03/2017

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paolo cardillo

POESIA: GLI ULTIMI ANELITI D’AMORE
Candido idiota, il tuo tempo è ormai passato
E nelle nebbie del tuo oblio
Non ti tentar di fremiti d’amore
Quel ricciolo ribelle con assurdo brivido ti invita
E nel travaglio di una arida passione
Triste, nella ragione, ti porta a rientrare,
Mentre Nel tuo tramonto si disperde l’attrazione.
Cardillo Paolo – 18/03/2017

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mauro varini

POESIA: ..non avere paura,nè aspettami se tarderò più a lungo questa sera d autunno..io sono qua oltre l ansa del fiume sull altra riva dove non giungono i rumori del mondo,dove lascio che il vento passando mi rapisca i pensieri,dove più la terra non profuma di promesse,e navigo col fiume verso il lontano mare dell oblio..io resto qua a guardare un cielo che ora non vedo,un cielo che era azzurro sfiorato dai raggi di un sole morente e dalle timide ali di un uccello in cerca del suo nido..io resto qua oltre l ansa del fiume sull altra riva e a notte chiamerò,chiamerò e attenderò invano che una voce mi risponda! – 18/03/2017

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