Martina Prato



POESIA: Storia di chi parte la notte

Sai, ora che è scesa la sera,
penso da sola cose un po’ buffe,
di riflesso lascio aperta la porta di casa.
Sarà per disperazione, o per abitudine,
ma ho la sensazione che tu tornerai stanotte,
che un sospiro di vento d’estate
sguscerà dalla serratura,
schizzerà via per il corridoio,
sgattaiolando come un gatto,
che non ha paura dei salti nel buio.
Salendo piano le scale, vento caldo,
con passo felpato, per non farmi svegliare,
ti poserai sul cuscino accanto al mio,
mi guarderai in silenzio,
e nei sogni allungherò la mano nel tuo tepore,
tu chiuderai gli occhi,
e ci incontreremo dall’altra parte.
Sai, è davvero strana questa sensazione,
che presto saremo noi due insieme,
e potremo fermarci a guardare
il sole che sorge, e le rose del nostro cortile,
che abbiamo finito di attendere,
che non dovremo più contare le ore,
né segnare le date sul calendario,
o rincorrere il tempo impazziti,
e sfiorarci appena in un incrocio di strade,
quando tutto il bene che ho dentro
è il tuo sussurro tra queste coperte,
e questo angolo vuoto del letto
non basterà a trarmi in inganno.
Dopo che per anni hai indagato dentro di me,
ed io a mio tempo dentro di te,
abbiamo capito di non avere risposta,
e che nemmeno ci importa cercarla,
era solo una scusa per cercarci a vicenda.
Dopo aver visto passare tante stagioni,
infinite rose fiorire,
altrettante volte appassire,
adesso possiamo ripiegare i petali tra queste nostre pagine,
e posare la penna,
per lanciarci nel vento.
La mia mano nella tua mano,
nel respiro del mondo,
per sempre. – 04/04/2017

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