Tea Salis



POESIA: Adagio#5

Mi spingo,
Tra confini d’espiazione, per trovare luoghi in-colti- da santificare nella libagione del mio essere consapevole.
Non cerco strade diverse da percorrere,
ma da ripercorrere con altre sfumature,
e arricchire di cementi nuovi, e aiuole in fiore, magari anche un laghetto al posto delle piazzole, dove fermarsi a riposare tra gli sberleffi del tempo.
Rapirmi e chiedere il riscatto
Quanto valgo?
Devo smaliziare l’ego e invitarmi alla danza, molecole che volteggiano in origami di atomi, e splendidi mandala che si schiudono.
D’io quanto amo ballare la musica del mio essere … donna.

Soffice coltre, chioma indisposta
Su spazi cutanei indifferenti
Cellule d’apatia
Abiurando la fede vitale
Macchie incespicano tra linfa artesiana
Fisico scomposto
Anima eterea

Ventidue anni fa chinavo il capo su di te,
Poggiavo la guancia sul tuo petto. Tu eri supina nel divano verde, che ai tempi separava due ambienti, la cucina dal soggiorno.
Mi accarezzavi i capelli, mi sorridevi.
-ascendere il sentimento-
Il tuo respiro, affaticato, incespicava fra deboli fili d’aria. Lo sentivo, tratteggiava lunghe linee, infinite.
Vorrei coricarmi ancora sul tuo petto.

Quasi mi stupisce sentirti ancora così Viva.
E io, così banalmente sentimentalista, arranco tra un ricordo e l’altro, celebrando mestizia e malinconiche ovvietà. La tua mancanza, con gli anni pensavo si affievolisse, pensavo che mi sarei abituata ed invece aumenta giorno dopo giorno, non si contano più le ore e non esiste un tempo che misura il dolore.
Non esiste proprio il tempo, come Labda.
Non esiste il tempo che ci separa
Sei sempre li, aleggiante dentro di me, presente in un modo diverso, ma è così difficile essere al tuo fianco in questo modo – il battito accelerato e agitazione pulsante solo a scriverle, queste parole-
Adoro quando mi parlano di te
Adoro quando mi dicono che assomiglio a te,
nel viso come nel carattere
Adoro quando mi raccontano le tue gesta
E sapessi, quanto m’immergo nella tua essenza –idolatria- quanto mi sembra di conoscerti bene.
Guardo la mia vita a ritroso, chiedendomi spesso -e credo di non essere l’unica a farlo- cosa avremo fatto insieme.
Pioggia di Se, si disperdono in vuoti di fantasia, dove sei con me nei labirinti della mia vita, attraverso esperienze, traguardi, fra il gioire e il soffrire, tra pezzi di torta al cioccolato e chicchi d’uva che brillano al sole, tra il tepore ardente del camino e l’ampiezza divina del mare. Sei il cambio di stagioni, filtri tra le foglie degli alberi, è per quello che sembra che brillano quando mi soffermo a fissare il loro strusciare. Sei nella natura, nettare della terra, energia che implode, ecco perché ti sento tra il brusio dell’aria, anche quando sembra che non ci sia vento– il silenzio dell’aria canta continuamente-
E sei fra queste parole, divisa in sillabe a intervalli di spazi, punti e virgole,
Sei il significato latente che muove i polpastrelli glabri su tasti neri, in differita dal pensiero.
Allora mi dico che non è fantasia, ma è la realt�
Allora mi rendo conto che ci sei, cara mamma, per quanto difficile sia accettarti così, so che ci sei.

M’inietto fluidi d’evocazione
Profumano di Rosa
Nel bianco candido della mia pelle
Nuda
Avvolta solo dal mio essere ora Donna
E tu vedi ogni mia sfumatura

TEA SALIS – 04/04/2017

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