Ignazio Pintus



POESIA:

La gabbia
Vedi,le sbarre segnano il confine tra il territorio e il mare,sempre così lontano.
La tazza del caffè nero è li, immobile, una sorta di risposta agli affanni.
L’aria è immobile, sospesa,incerta come questo tempo.
Mi muovo, vado in cortile, è l’ora dell’aria.
La palla rimbalza sul muro, Lo so, ho costruito questi muri e ho forgiato queste sbarre,per paura,
vigliaccheria per difendermi dalla vita,forse , per il
desiderio di casa
Un sorta di prigione
Mi sono negato lo spazio aperto, il colloquio con l’altro
Il cuore è fuori controllo .
Sento il frangersi delle onde lontane ,cupe ,Colpiscono la riva ,i porti le genti
Questo è un tempo narcisista
di business anaffettivo ,di dispregiatori,di lacrime ,usate,vendute ,
.inascoltate.
Dalla gabbia , vedo ,il cielo azzurro,
e ho già nostalgia della vita che perderò.
– 16/04/2017

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