Francesco Mariano Arbore



POESIA: Inconsistenza Fugace

Cosa rimane di un’estate illusoria? Occhi profondi che scavano lungo gli abissi dell’anima, che cercano di percepire un briciolo di candore da un panno unto di male, che ricercano uno spiraglio di luce, ormai offuscato, in una distesa di tenebre, che tentano di raggiungere la foce dalla fogna. Sei lo specchio che riflette la beltà che non pensavo di possedere, l’artista che scruta con attenta minuzia una moltitudine di variegati colori da una tela dipinta di nero, che restaura un’opera di un’epoca logorato, che si sente rinfrescata dalla sabbia del deserto, che si sente protetta in una casa senza tetto, che si ostina ad afferrare foglie che scorrono in una tormenta, che assapora la semplicità degli attimi trascorsi insieme. Io, profugo alla deriva, mi trascino alle spalle gli strascichi delle emozioni stagionate. È stata repentina la puntura di zanzara al cuore sonnambulo, rinchiuso in uno scrigno senza chiave. È stato tutto avventato. Quel cuore ostinato che incominciò a fervere di passioni, ignorando ingenuamente che era recluso dietro le sbarre. Ma la vita non è una fiaba…..non c’è mai un : ” è vissero tutti felici e contenti”. Ecco la dura realtà. Chi siamo ? La nostra immagine è l’ultimo vestito che indossiamo; il mio : intriso di toppe e strappi. Bisogna apprezzare ogni colore dell’arcobaleno, non solo il giallo, anche se è il più brillante. Fuggi dalla clessidra senza fondo, dove il tempo delle amarezze continua a scorrere inesorabilmente senza tregua. Scappa via dalla maschera che mi hanno impiantato addosso. Ora assapori i miei baci, sfiori il mio viso, ti perdi nel mio sguardo. Domani non sarò nient’altro che una fotografia sbiadita conservata in un armadio. Amerai un’altra immagine e , nella medesima maniera, penserai di stare meglio di prima, di aver toccato la cima di un grattacielo. Tu che raccogli in un diario le gioie e i dolori della Vita, lascia per me una pagina bianca che riassume il vano tentativo di poter “Amare”….ed intanto i poeti scrivono sulle loro condanne, i musicisti cantano sulla malinconia di un Amore irraggiungibile, i filosofi cercheranno di renderci un po’ più tristi, i pittori coloreranno di lacrime le immagini dei loro pensieri. E come un torrente senza freni, ci dimentichiamo che siamo il risultato del talento di molteplici individui, che non aspettano altro che siano riconosciuti i loro meriti. L’ empiria affettiva , vana ed endemica del passato, pone i ceppi ai miei piedi. Sabbie mobili ingoiano implacabili il mio corpo inerte. L’ Anima leggiadra scivola dalle dita. Solo grida strazianti, sgomenti indissolubili, sfiorano di sfuggita l’essenza del corpo, ma si dissolvono nell’aria, sfumando lentamente nella foschia dei ricordi. – 18/04/2017

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