POESIA: ANNI DI FELICE POVERTA’
I ricordi vanno e vengono, direzione infinita,
quegli anni eran belli e verdi della mia vita,
quando il divertimento non era il telefonino,
un semplice gioco tra ragazzini, nascondino.
O giocare nella piazzetta di erba e di terra fatta,
due sassi per porta un pallone rotto pieno di carta,
sudati fradici correndo per quella piazza,
esultando ad ogni goal come giocatori di razza.
Poi le corse su quelle strade sterrate o imbrecciate,
ogni caduta sbucciature e degli amici le risate,
si vince, si perde, a volte si piange di dolore,
vorresti esser uomo ma ancora non è pronto il cuore.
Figlio di brava gente che puzzava di sudore, contadini,
sveglia presto il mattino tanto lavoro pochi quattrini,
con pioggia o neve andavo a piedi a scuola, niente bici,
solo la domenica pomeriggio andavo con gli amici.
Tanti ricordi, tanti sogni sfumati, qualche amore passato,
tanta voglia di esser qualcuno, per esser ricordato,
poi succede che la vita ti porta dove il destino vuole,
dei miei tanti sbagli e imposizioni tuttora mi duole.
– 18/04/2017