Graziella Antonioli



POESIA: MORFEO

Vivo senza lo scorrere del tempo.
Le mie giornate susseguono senza consapevolezza. Tutte uguali, senza novità.
Sono rientrata nella mia bolla protettiva, priva di socializzazione, di emozioni luminose.
È ancora rassicurante, esattamente come
l’avevo lasciata vent’anni fa.
Non esiste la noia, i pensieri mi accompagnano. Gironzoliamo nella luce fino a quando fa buio.
Insieme ci corichiamo in attesa di Morfeo.
“Hai sonno?” mi chiedono.
“No. Fate troppo rumore e ostacolate l’arrivo di Morfeo.”
“Oh! Scusaci. Noi non abbiamo ancora bisogno di riposo, tu se vuoi puoi riposarti però.”
“Lo farei volentieri . La vostra compagnia è di sicuro invadente, ma con voi non mi sento sola e mi aiutate a capire.”
“Noi siamo stati creati da te per un bisogno, per cercare quello che ora trovi incomprensibile.”
“Avete ragione, ogni tanto dovreste fermarvi però. Almeno la notte. Non siate egoisti, fate passare Morfeo.”
“Percepiamo la tua stanchezza, sei tu che ci alimenti e finché la nostra pancia è piena, le nostre energie sono inesauribili.”
“Vabbè, prima di domattina avrete esaurito le forze e arriverà Morfeo, mi prenderà tra le sue braccia e mi cullerà fino ad addormentarmi.”
“Bene, allora giochiamo, pian pianino ci dissipiamo e diamo adito a Morfeo.”
Una compagnia confusionale.
A volte pesante da governare, a volte leggera da ridere.
Vorrei, non ora.
Vorrei senza volere.
Poi, lui!
Chi è?
Perché è qui?
Qual’è il senso della sua presenza?
Cosa non siamo insieme?
Due entità tormentate dal passato che si accompagnano per qualche ora, nei giorni che scorrono senza tempo.
Ognuno coi suoi pensieri affamati, insaziabili.
Lo voglio.
Non lo voglio.
Mi vuole.
Non mi vuole.
Attrazione.
Repulsione.
Cosa ci lega realmente?
Che confusione: cerebrale, emotiva, sensoriale.
Voglio dirgli tutto poi, non voglio dirgli nulla.
Tutto in sospeso.
Paura.
Si, paura delle risposte.
Cosa voglio: conoscerlo per imparare ad amarlo, o non conoscerlo per paura di amare?
Caro passato hai fatto un bel casino!
Lemme lemme arriva il silenzio.
Le energie si sono esaurite.
Quel cullare mi porta giù, dove nulla di reale è udibile, visibile.
“Morfeo, mio caro dio, portami in un sonno privo di sogni.
Domani tornano i miei compagni e ho bisogno di energie per comandarli.”

– 18/04/2017

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